Il Governo «rilancia» la revisione dell’iva
Arriva il via libera del Consiglio dei ministri Cancellazione per le norme non in linea con la Ue
sa dalla Commissione ex articolo 258 del Trattato europeo (vale a dire per violazione di una norma europea). In altri otto casi, invece, la lettera di messa in mora è partita ex articolo 260 del Trattato (cioè per mancato adempimento di un obbligo comunitario). Nel complesso sono quattro le procedure già arrivate a sentenza. Una pronuncia è stata emessa sulla base all’articolo 260 del Trattato, per le agevolazioni ai contratti di formazione lavoro del pacchetto Treu del ’99 che sono costate al nostro paese una sanzione di 30 milioni di euro; le altre tre per violazione dell’articolo 258 del Trattato, così suddivise: la prima per non aver dotato tutti i Comuni al disopra dei 15mila abitanti di una rete fognaria per le acque reflue; la seconda (ottemperata nel gennaio scorso, ndr) per non aver osservato i termini per l’iscrizione delle risorse proprie comunitarie in caso di riscossione a posteriori e per aver versato tardivamente tali risorse; la terza in materia di responsabilità civile dei magistrati.
L’obiettivo dichiarato del Governo e dello stesso ministro Enzo Moavero Milanesi era quello di restare comunque sotto le 100 procedure d’infrazione e per questo ieri ha predisposto le due proposte di legge che ora approdano all’esame della Conferenza Stato-Regioni e poi potranno iniziare il loro viaggio in Parlamento.
Nel merito tra le deleghe indicate dal Ddl di delegazione si segnalano, in particolare, quella in materia Iva e quella in materia ambientale con l’applicazione del principio «chi inquina paga». Per quanto riguarda l’Iva il Ddl consente al Governo di riordinare l’intera disciplina dell’Imposta sul valore aggiunto dopo l’entrata in vigore del regola-
Via libera del Consiglio dei ministri alla legge di delegazione europea e alla nuova legge europea per il 2013, quella che prima della riforma del 2012 era conosciuta come legge comunitaria. Con la legge europea, si veda Il Sole 24 Ore di ieri, il Governo Monti punta a chiudere circa una ventina di procedimenti aperti contro il nostro Paese, nonché 10 casi di pre-contenzioso Eu Pilot. Con la legge di delegazione, invece, vengono fissati i principi con cui il Governo potrà attuare 35 direttive comunitarie.
Il mancato recepimento di direttive comunitarie è il vero tallone di Achille nei rapporti dell’Italia con l’Unione europea. Sono infatti ancora 99 le procedure d’infrazione aperte da Bruxelles nei confronti del BelPaese. Di queste, quattro già arrivate a sentenza. L’amministrazione più inadempiente è il ministero dell’Ambiente; i settori più controversi gli affari economici e finanziari e la pesca.
Nella legge di delegazione, inoltre, il Governo ha recuperato sostanzialmente le direttive comunitarie contenute nelle precedenti leggi comunitarie per il 2011 e per il 2012 che, a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. La maggior parte dei procedimenti avviati da Bruxelles (43) sono ancora alla fase della lettera di messa in mora emes- 7 La legge di delegazione europea contiene, tra l’altro, le disposizioni per il conferimento al Governo di delega legislativa volta ad attuare le direttive europee e le decisioni quadro da recepire nell'ordinamento nazionale; a modificare o abrogare le disposizioni statali vigenti, se non conformi alle norme Ue.
La legge di delegazione 2013 prevede il recepimento di 35 direttive europee (allegati A e B), conferisce al Governo una delega biennale per emanare Dlgs in merito a sanzioni penali e amministrative per la violazione di precetti europei. mento comunitario di esecuzione (Ue) n. 282/2011. In questo senso, con uno o più decreti delegati, il Governo potrà cancellare le disposizioni nazionali diventate inapplicabili perché in contrasto con il regolamento sul sistema unico dell’Iva che ha rivisto e corretto le norme comuni soprattutto in materia di soggetti passivi Iva, tassazione delle prestazioni di servizi e stabili organizzazioni. Potranno essere cancellate e riviste con i decreti delegati anche le norme italiane che risultano di difficile applicazione o interpretazione in quanto non del tutto coordinate con le regole dettate da Bruxelles e ormai entrate in vigore nel 2011.
In materia ambientale viene concessa una delega al Governo per attuare la direttiva 2010/75/Ue, che integra, tra le altre la direttiva 2008/1/CE (cosiddetta direttiva Ippc in materia di emissioni industriali), fissando alcuni principi e criteri direttivi. La norma che raccoglie con la direttiva n. 75 ben sette direttive europee preesistenti sulla prevenzione e la riduzione dell’inquinamento proveniente da attività industriali, sostituendole in via definitiva a partire dal 7 gennaio 2014.
Con la legge europea per il 2013, come anticipato ieri su queste pagine, il Governo ha inserito una serie di disposizioni che non seguono il principio della delega. In particolare, con l’articolo 10, viene semplificato il quadro RWdi Unico sul monitoraggio fiscale e ridotte le sanzioni, ritoccate le regole sulle società tra avvocati, sulla tassa sugli aerei, sulla rappresentanza dei lavoratori a tempo determinato e sulla riscossione dei Comuni che dovranno affidare il servizio in materia di imposta sulla pubblicità ricorrendo ad apposite gare.