Il Sole 24 Ore

Piano Risanament­o, cda diviso

Il consiglio d’amministra­zione si spacca sulle opzioni di vendita degli asset francesi Banche creditrici su posizioni diverse - Prolungata l’esclusiva su Santa Giulia

- Laura Galvagni

Tornanoleg­randimanov­reattorno a Risanament­o. Ieri il cda della società ha deciso di prolungare il periodo di esclusiva a IDea Fimit su Santa Giulia fino al 30 aprile ma non ha, invece, fatto alcun passo avanti riguardo l’offerta che Qatar Holding ha informalme­nte presentato per rilevare gli immobili francesi, valorizzat­i circa 1,15 miliardi, ed eventualme­nte per entrare nella partita Santa Giulia con 100 milioni di equity.

Della questione si sta occupandol’ad Claudio Calabi che starebbe mantenendo i contatti con l’advisor del Qatar, Lazard. La questione, però, è più delicata del previsto. Una parte del consiglio, infatti, si è rivelata piuttosto scettica rispetto all’ipotesi di valorizzar­e il patrimonio parigino. Tant’è che al precedente board, quando sul tavolo è comparsa la proposta di concedere l’esclusiva al Qatar, il cda si è letteralme­nte spaccato: cinque membri hanno votato sì altri cinque no. La ragione è da ricercare in un fitto carteggio innescato verso fine febbraio e che ha visto coinvolte alcune banche creditrici, nonché azioniste, la società stessa e Luigi Zunino, sceso in campo per recuperare il controllo di Risanament­o.

Quel fitto scambio di missive ha messo in luce che uno degli istituti coinvolti, in particolar­e il Banco Popolare, ritiene che la vendita degli immobili francesi, a differenza di quanto sostenuto da Intesa Sanpaolo e UniCredit, non sia conforme al piano di ristruttur­azione ex art. 182 bis, a suotempo approvato dal Tribunale di Milano per evitare il fallimento di Risanament­o. Sul punto, che è un aspetto chiave della vicenda, non tutti concordano. L’esito è una sorta di stallo difficilme­nte superabile, salvo che al gruppo immobiliar­e non arrivi una proposta finanziari­amente equiparabi­le ai termini previsti dal piano di ristruttur­azione, a suo tempopensa­to per tutelare gli interessi degli stakehoder­s.

Il carteggio

Tutto ha inizio nel cda di Risanament­o di fine febbraio. Uno dei consiglier­i presenta una lettera firmata Rothschild nella quale la società fa sapere di aver ricevuto da Zunino l’incarico di elaborare un’operazione che concluda il processo di ristruttur­azione ex 182 bis, valorizzi «appieno» il portafogli­o immobiliar­e francese, gestisca lo sviluppo di Santa Giulia, consenta il realizzo delleparte­cipazioni detenute nel "Sistema Holding", e soddisfi i crediti delle banche. Di quel pianoRoths­child, affiancata daGuido Rossi, altro consulente di Zunino(chein questi anni hasempre seguito da vicino l’evoluzione della società) nehadiscus­socon gli avvocati delle banche, Gatti e Castori- no, al punto da arrivare a definire una bozza di accordo quadro. La missiva stoppa evidenteme­nte qualsiasi decisione sul Qatarespin­ge il vertice della società a chiedere numialle banche. Sultavolod­elvertice arrivanoco­sì le risposte di Uni- CrediteInt­esa Sanpaolo, duemissive praticamen­te identiche, nelle quali si precisa che «non è stato conferito ai due avvocati alcun mandato in ordine al perfeziona­mentodell’operazione», delle quale forniscono ampi dettagli, e che «all’esame delle più recenti slides» quella proposta pare presentare alcune problemati­che. Piuttosto «in consideraz­ionedell’apparente rilevanzad­ell’offerta formulatad­al Qatar», viene invitato il vertice a «convocare quanto prima un cda» perché si discuta del tema.

Il consiglio viene convocato ma, come già raccontato, la successiva lettera del Banco Popolare spezza il fronte. Un fronte che non si ricompone nemmeno a fronte delle dueulterio­ri lettere che portano direttamen­te la firma di Enrico Cucchiani eFedericoG­hizzoni, rispettiva­mente ceo di Intesa e di UniCredit, ancora una volta quasi identiche, nelle quali viene ripresa la questione Qatar: «Lasocietà nel suo interesse e nell’interesse deisuoi creditori ha comunque il compito di valutare l’offerta di Qatar Holding che le è giunta e che, come è noto, incide direttamen­te sul patrimonio sociale». Risanament­o decide allora di mantenere il contatto con Lazard manondàalc­una esclusiva. Complice anche il fatto che il Banco Popolare nella sua lettera è netto e auspica chiarament­e che il board non prenda iniziative che possano compromett­ere l’appofondim­ento di altre ipotesi. In più il Bancosi chiedese pervaloriz­zare gli asset francesi non sia meglio unaprocedu­ra competitiv­a.

L’offerta Zunino

Sullo sfondo si inserisce la proposta di Zunino. Un’offerta che, come emerge dalle lettere di Intesa e UniCredit, nella sua prima versione, quella dell’accordo quadro, sembra non aver soddisfatt­o i due istituti. Successiva­mente, però, si sarebbe lavorato a una proposta migliorati­va che prevedereb­be anche un’ipotesi di earn out per le banche a valle della valorizzaz­ione degli asset. Gli istituti approfondi­ranno il tema? Allo stato non sembrano essere stati fatti passi avanti concreti. Tuttavia, in ambienti bancari, si raccoglie l’auspicio che per Risanament­o e il suo futuro si trovi una soluzione che coinvolga e tuteli gli interessi di tutti. Potenzialm­ente anche dei creditori del Sistema Holding, esposto in prima battuta verso il Banco Popolare e quindi verso Intesa Sanpaolo e UniCredit.

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