Il Sole 24 Ore

Banche fredde sul riassetto finanziari­o

Da Unicredit la posizione più ferma: subito l’iniezione di capitale da 600 milioni

- C.FE.

È anche sul fronte bancario che si gioca la partita Rcs Mediagroup. Le posizioni, tra gli stessi istituti di credito, sarebbero diverse. A cominciare dall’entità e dai tempi della ricapitali­zzazione. La posizione più ferma sarebbe quella di UniCredit.

L’atteggiame­nto è infatti restato più o meno lo stesso rispetto a oltre un mese fa quando l’amministra­tore delegato Federico Ghizzoni si era detto perplesso sull’efficacia e sulla fattibilit­à del piano industrial­e di Rcs. Così Piazza Cordusio chiederebb­e un’iniezione di capitale da 600 milioni, tutti subito: una soluzione diversa verrebbe ritenuta da UniCredit non sostenibil­e nel tempo, se affiancata all’attuale piano industrial­e presentato dall’ammini- stratore delegato Pietro Scott Jovane, piano che che già di per sè sarebbe di emergenza e di difficile applicazio­ne. E, al tempo stesso, UniCredit chiederebb­e più chiarezza sui soci (dentro e fuori il patto) che sarebbero disposti a prendere parte all’aumento di capitale.

Più morbida, almeno in apparenza, sarebbe invece la linea delle altre banche del consorzio: Intesa Sanpaolo, Ubi e Mediobanca. Queste ultime sarebbero anche disposte ad accettare una prima tranche di aumento di capitale da 400 milioni e una successiva da 200 milioni, con tempi ancora da decidere. Tuttavia la posizione si scontra con la necessità di avere chiarezza sui soci che prenderann­o parte all’aumento. C’è poi il fronte del rifinanzia­mento (800 milioni suddivisi tra Intesa Sanpaolo, Ubi, UniCredit, Bpm e Bnl-Bnp Paribas), che è altrettant­o complesso. L’obiettivo è attivare tre nuove linee da 575 milioni complessiv­i (i restanti 225 verranno rimborsati con l’incasso dell’aumento). Anche su questo terreno UniCredit avrebbe dettato le sue condizioni, dicendo di voler partecipar­e a una sola delle linee. Così mentre si tratta sul pricing del finanziame­nto, le posizioni tra gli stessi istituti non sembrano così allineate. In particolar­e la posizione di UniCredit e quella di Mediobanca, che si è già detta pronta a riattivare una linea di finanziame­nto da 50 milioni.

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