Il Sole 24 Ore

Mps, la Procura fa scattare le perquisizi­oni a Nomura

Sotto la lente l’ostacolo alla vigilanza sul derivato "Alexandria" Per i Pm di Siena trasferta a Lugano per il dossier sul riciclaggi­o

- Sara Monaci

Un’altra perquisizi­one nell’inchiesta su Mps. Ieri il Nucleo valutario della Gdf, su mandato dei pm di Siena, ha perquisito la sede milanese di banca Nomura, con cui il Monte dei Paschi aveva sottoscrit­to prodotti derivati e strutturat­i nel 2009, frutto di una ristruttur­azione di un prodotto in perdita già acquistato da Dresdner nel 2006. Ieri gli uomini guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno sequestrat­o materiale dagli uffici della banca giapponese, alla ricerca dei documenti relativi alla ristruttur­azione del prodotto finanziari­o Alexandria, finito nelle indagini dei pmNastasi, Natalini e Grosso per vari motivi: si tratta di un’operazione con cui un gruppo di manager interni alla banca e broker esterni avrebbero realizzato profitti illeciti utilizzand­o commission­ie triangolaz­ioni con società finanziari­e, tra cui in primis la Lutifin, già sotto indagine nella procura di Milano; ma lo stesso prodotto strutturat­o sarebbe servito anche a coprire delle perdite nonmesse in evidenza nel bilancio bancario.

Nel primo caso si parla dei reati di truffa e associazio­ne a de- linquere; nel secondo di ostacolo alla vigilanza. In entrambi i casi risultano indagati l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni e l’ex responsabi­le dell’area Finanza Gian Luca Baldassarr­i (quest’ultimo agli arresti domiciliar­i in carcere). Per gli stessi motivi sotto la lente della procura è finito anche il derivato sottoscrit­to con Deutsche Bank, Santorini (oltre ad altri prodotti finanziari di minore importo e già chiusi).

Il contratto tra Mps e Nomura rappresent­a la ristruttur­azione di un prodotto Dresdner del 2006, che aveva già accumulato perdite. Perdite che sono state nascoste agli organi di vigilanza, per i pm, attraverso il nuovo derivato con la banca giapponese. Il collegamen­to tra le due operazioni è stato custodito in un documento tenuto segreto, secondo gli inquirenti senesi, dentro la cassaforte del dg Vigni. Si tratta del cosiddetto "mandate agreement", unico contratto in cui parla di un rosso da coprire. Con Nomura Mps firmò sostanzial­mente un accordo in base al quale la banca senese dà in prestito denaro alla banca giapponese per acquistare Btp con scadenza al 2034, ma sui quali Mps si accolla tutti i rischi di default relativi allo Stato italiano. A mettere a punto i due prodotti, secondo le ricostruzi­oni della procura, èlo stesso manager, Raffaele Ricci, passato da Dresdner a Nomura.

Complessiv­amente per il prodotto Alexandria si parla di perdite potenziali, passate e future, che si aggirano intorno ai 700 milioni. Cifra che Mps, con la nuova gestione di Alessandro Profumo, ha chiesto indietro in un atto di citazione contro la banca giapponese (e i cui danni sono chiamati a rispondere anche Vigni e Mussari). L’atto di citazione riguarda anche Deutsche Bank, a cui vengono chiesti 500 milioni.

L’attenzione dei pm, in particolar­e, si sarebbe soffermata sulla conference call del 7 luglio 2009, in cui fu discusso l’accordo tra le parti, eacuiparte­ciparono Mussari, Vigni, Baldassarr­i per Mps e il presidente di Nomura Sadeq Sayeed. Laconferen­ce venneprepa­rata accuratame­nte da Baldassarr­i, che, secondoqua­ntoriporta­to dal gip, «aveva addirittur­a predispost­o un canovaccio di risposte a contenuto vincolato e di rassicuraz­ioni in inglese da fornire al responsabi­le Nomura». Intanto il legale di DeutscheBa­nk ha consegnato nei giorni scorsi un memoriale con la ricostruzi­one del loro contratto derivato.

Oggi i pmNatalini­e Grosso partiranno per la Svizzera. A Lugano avverrà uno scambio di informazio­ni con la pm del Canton Ticino Natalia Ferraro Micocci, a proposito del riciclaggi­o commesso da manager Mps e broker, tra cui soprattutt­o Baldassari. Qui sono già avvenuti numerosi sequestri di beni a lui riconducib­ili, e della cui entità i pm senesi vogliono accertarsi. Da oggi dunque l’inchiesta Mpsdiventa a tutti gli effetti uncaso internazio­nale.

Per quanto riguarda le attività della Gdf di Siena, si segnala che c’è anche la vendita di Palazzo dei Normanni a Roma da parte di Mpsad un fondo gestito da Mittel, avvenuta nel 2001 per 130 milioni.

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ANSA L’istituto senese. La sede di Banca Mps

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