Ferrante: «Bondi operativo a metà aprile»
Il presidente ha annunciato ai dipendenti dello stabilimento l’arrivo del nuovo amministratore delegato
Enrico Bondi s’insedierà nella carica di amministratore delegato dell’Ilva a metà aprile, subito dopo l’approvazione del bilancio. E l’Ilva, che oggi è controllata all’87 per cento da Riva Fire, diverrà una società «assolutamente indipendente e autonoma da Riva Fire». Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, sceglie lo scambio degli auguri di Pa- squa con i dipendenti dell’Ilva – avvenuto ieri mattina prima del precettopasquale in fabbricacon l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro – per due annunci importanti. L’arrivo di Bondi era stato anticipato da «Il Sole 24 Ore» il 21 marzo e ora Ferrante precisa che «un contratto di consulenza» sta già consentendo al manager che si è occupato di spending rewiew con il Governo Monti, nonchéin passato delle ristrutturazioni di Parmalat e Lucchini, «di entrare nei meccanismi aziendali e di farsi un’idea che gli permetterà in breve tempo, dopol’approvazione del bilancioa me- tà aprile, di entrare in azienda come amministratore delegato».
Ferrante, che resta presidente dell’Ilva, definisce «un processo sofferto» la decisione degli azionisti «di affidare l’azienda a persone esterne», ma anche «un segnale di grande serietà e responsabilità». Prossimamente quindi, aggiunge, l’Ilva sarà una società «assolutamente autonoma con cda aperto a professionalità esterne». Male prospettive dell’azienda, dice ancora Ferrante, dipendono anche da altri tre aspetti: attuazione dell’Autorizzazioneintegrata ambientale, giudizio della Corte Costituzionale sulla legge 231 che consente al siderurgicodi produrre, sviluppo della capacità produttiva dello stabilimento.
Il verdetto della Consulta «sarà un momento molto importante» sottolinea Ferrante. «La legge è stata ritenuta incostituzionale dai giudici di Taranto e probabilmen- te già il 9 aprile sapremo quale è la decisione della Corte. Se la Consulta – afferma Ferrante – dovesse dire che la legge è costituzionale e legittima, tireremmo un sospiro di sollievo. Ci auguriamo che sia questa la decisione, siamo fiduciosi, ma abbiamo anche ragionato sulle diverse ipotesi, compreso quella che non liberalizza subito e completamente i prodotti».
«Buona parte del nostro futuro passa dall’applicazione dell’Aia», sottolinea ancora Ferrante, che in tal senso chiede ai dipendenti il «massimo impegno. Dovete crederci. Da lì passa la strada che guar- da al futuro» e sull’Aia «non ci possono essere incertezze». Nell’ultimo cda l’Ilva ha approvato il piano industriale con gli investimenti: «Lo riteniamo sostenibile – rileva Ferrante – se questo stabilimento continuerà a produrre. Se Taranto produce ad un livello adeguato, noi avremo prospettive positive».
Infine il passaggio sui contratti di solidarietà per gestire 3.749 esuberi temporanei. Per Ferrante, l’accordo dei giorni scorsi «denota la precisa volontà di andare avanti. Se così non fosse stato, avremmo scelto strade diverse e sottoscritto altri accordi. Manoi non abbiamo intrapresoquesta strada. Dopoi contratti c’è un recupero di tutti i posti di lavoro, c’è la continuità» ei sindacati «hanno compreso benissimo il momento e sottoscritto tutti e tre l’accordo».