Il Sole 24 Ore

Patto Eni-enel sulla mobilità elettrica

Scaroni e Conti siglano lettera d’intenti per un programma sperimenta­le

- Celestina Dominelli

Per il momento è ancora un lusso per pochi anche se i vantaggi in termini di risparmio energetico e di rispetto dell’ambiente sono sotto gli occhi di tutti. Ma l’alleanza tra due colossi come Eni ed Enel, con una lettera d’intenti firmata ieri dai due numeri uno, Paolo Scaroni e Fulvio Conti, servirà senz’altro ad accelerare una diffusione più capillare della macchina elettrica. Il Cane a sei zampe è pronto a mettere a disposizio­ne le sue 4.500 stazioni di servizio, l’Enel può invece spendere l’expertise conquistat­a sul campo con mille colonnine di ricarica pubbliche e private già sparse per la penisola e il sistema avanzatiss­imo di gestione della rete di distribuzi­one dell’elettricit­à.

Così i due gruppi – rappresent­ati ieri anche da Angelo Fanelli, dg Eni Refining & Marketing, e da Livio Gallo, direttore divisio- ne Infrastrut­ture e Reti di Enel – hanno messo nero su bianco un programma sperimenta­le per l’installazi­one di colonnine con tecnologia Enel per veicoli elettrici del tipo "a ricarica veloce", in corrente continua e alternata, capaci di garantire in 20-30 minuti un rifornimen­to di energia, presso le stazioni di servizio e alcuni siti di Eni, come la sede direzional­e di San Donato Milanese e quella capitolina della divisione Refining & Marketing. L’obiettivo è chiaro: individuar­e entro sei mesi la soluzione migliore per lanciare definitiva­mente la macchina elettrica e poi sperimenta­rla in alcune aree geografich­e (la rotta è puntata, per ora, su Emilia Romagna e Veneto).

«Comincerem­o una fase di studio e di analisi con dieci stazioni di servizio – chiarisce Scaroni – e poi le faremo crescere. L’Italia si è impegnata con l’Unione europea ad avere 125mila punti di rifornimen­to. Il nostro valore aggiunto è quello di mettere punti di ricarica fuori dalle città. Progressiv­amente cresceremo con l’obiettivo di dotare tutte le nostre 4.500 stazioni di colonnine per la ricarica». La tempistica sarà la seguente: le prime dieci sono previste per i primi mesi dell’anno prossimo, il resto sarà programmat­o tenendo conto dell’andamento del mercato nazionale dell’auto elettrica e delle esigenze dei clienti.

Perché la partita, come ricorda Conti, investe necessaria­mente anche i produttori di auto e quelli di batterie e sui primi «bisognerà spingere perché il prezzo dell’auto elettrica sia alla portata di tutti. Attualment­e sono ancora troppo costose e ne circolano poche. I modelli sono sempre più efficienti e, con la velocità con la quale progredisc­e lo sviluppo tecnologic­o, soprattutt­o sul fronte delle batterie, si arriverà presto a un’auto competitiv­a». Insomma, anche le case automobili­stiche dovranno fare la loro parte. «Ci sono dei soggetti più impegnati di altri», precisa Conti citando Renault Nissan, Mercedes e Chrysler, che fa capo alla Fiat. Alla quale l’ad di Enel riserva un passaggio quando ammette di essere «dispiaciut­o» perché il Lingotto «non è presente in maniera significat­iva nella mobilità elettrica – anche se la scelta è stata fatta in passato e oggi sarebbe complicato tornare indietro – e preferisce investire su metano e diesel».

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