Emergenza credito nel cratere
Ieri il tavolo con imprenditori e banche - L’abi: «Ritardi da imputare agli iter autorizzativi» L’exit strategy della Regione: anticipare fino al 20% delle fatture
L’allarme burocrazia non era infondato. A dieci mesi esatti dal terremoto le imprese emiliane del cratere non hanno ancora ricevuto un euro di contributi e sono schiacciate dal credit crunch. Ma che cos’è che rallenta la macchina dei rimborsi? È la domanda cui si è cercato risposta ieri in Regione, dove il commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani ha di nuovo seduto attorno a un tavolo Confindustria e tutte le altre categorie economiche, banche, sindacati, istituzioni locali, per trovare l’exit strategy a un’evidente impasse. «Che non è imputabile alle banche, le prime interessate all’arrivo dei contributi», mette le mani avanti il presidente della commissione regionale Abi, Luca Lorenzi, in riferimento alle accuse di cinismo lanciate nei giorni scorsi dal sindaco di Mirandola al sistema creditizio e agli appelli più garbati ma chiari delle categorie economiche.
«Le imprese boccheggiano – ha tuonato il presidente di Confindustria Modena, Pietro Ferrari – l’emergenza credito continua, siamo in presenza di un autentico circolo vizioso che va spezzato e al paradosso che le risorse economiche per la ricostruzione ci sono (i 6 miliardi della Cdp, ndr) ma le procedure per ottenerle sono troppo complesse ed eccessivamente lunghe. Dobbiamo trovare soluzioni immediate, il fattore tempo è di importanza vitale». E la soluzione trovata per accelerare l’iter – che dovrebbe tradursi tra oggi e domani in una nuova ordinanza dopo il placet di Bankitalia e Corte dei conti – è un’anticipazione fino al 20% delle fatture di professionisti e imprese edili, prima che arrivino i finanziamenti da Roma, con la Regione a funge- re da fidejussore verso le banche.
Ma non basta. Tra due mesi scade la moratoria sui mutui, «e come faranno a pagare famiglie e imprese terremotate, che non hanno più un soldo in tasca e, a oggi, sono state liquidate dal sistema bancario appena 13 pratiche (solo domande Mude di privati, nessuna Sfinge delle imprese, ndr) per 300mila euro di contributi alla ricostruzione, mentre alla prossima tranche di erogazione, il 10 aprile, sono in pagamento solo un’altra quarantina di cambiali Errani?», si chiede Lorenzi, preoccupato al pari della trentina di rappresentanti seduti al tavolo regionale, ma uscito dall’incontro «moderatamente ottimista e confidente – spiega – perché c’è stata una condivisione totale, senza polemiche, delle soluzioni per sbloccare la situazione, dovuta principalmente alle asseverazioni dei tecnici, che devono firmare i lavori eseguiti affinché vengano liquidati, e da uffici di Comuni e Prefetture (per le white list) già sottodimensionati normalmente e ora davvero sotto stress».
L’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, da un lato rassicura che il meccanismo sta drenando più domande di quante arrivino alle banche (1.700 pratiche Mude in lavorazione e 340 già trasformate in cambiali, nonché una sessantina di progetti Sfinge validati) dall’altro ha trovato piena sintonia tra le categorie sull’anticipazione dei contributi e sugli altri aggiustamenti in arrivo per il cratere: far slittare il termine di presentazione delle domande Sfinge a fine giugno e ottenere dal Governo uscente la diluizione in cinque anni delle perdite dei bilanci 2012; l’applicazione dei decreti sui crediti di imposta e gli ammortizzatori; ma soprattutto «lo sblocco della moratoria fiscale – chiosa l’assessore – e lo slittamento a fine anno dello stato di emergenza, così da prolungare il periodo di moratoria, che va esteso anche ai mutui bancari».