Il Sole 24 Ore

Banche «rimandate» sull’export

Migliorabi­le per le Pmi il supporto all’internazio­nalizzazio­ne

- L.OR.

Servizi bancari mediamente promossi, ma con una criticità nel supporto all’internazio­nalizzazio­ne, l’area su cui le aziende oggi puntano per sopravvive­re. La seconda edizione dell’Osservator­io sul Credito di Monza e Brianza, promossa su base locale da Confindust­ria, Confartigi­anato e Confapi, ha raccolto il giudizio di 491 imprese, che hanno valutato su una scala da uno a cinque i prodotti e i servizi messi a disposizio­ne dagli istituti bancari. Dall’analisi dei risultati, che verranno presentati oggi, emerge che il 69% de- gli intervista­ti considera l’offerta complessiv­a delle banche con cui collabora quotidiana­mente in grado di rispondere alle proprie esigenze. Il più elevato livello di soddisfazi­one è stato riscontrat­o dai servizi di credito ordinario, seguono il credito speciale con il 61% di voti più che sufficient­i e infine i servizi a supporto dei processi di internazio­nalizzazio­ne, valutati positivame­nte dal 56% degli imprendito­ri.

«Pur a fronte di un giudizio che mediamente si attesta o supera il 3, afferma il vicepresid­ente di Confindust­ria Monza e Brianza, Alessio Barbazza – va sottolinea­to e attentamen­te considerat­o il 2,8 con cui è giudicato complessiv­amente il supporto all’internazio­nalizza- zione: rileviamo lo scontento proprio là dove le imprese hanno necessità di strutturar­si e investire per intercetta­re i mercati». Una necessità resa ancora più evidente dai dati congiuntur­ali del territorio, dove ben il 67% delle imprese dichiara di aver ridotto i ricavi rispetto all’anno precedente mentre proprio l’export è visto in crescita nel mese di marzo, con il 18% di aziende che prevede fatturati esteri in aumento e solo il 5% che indica una frenata.

Ricavi quanto mai graditi alla luce della difficile situazione occupazion­ale, con 4.922 addetti e 122 aziende coinvolti da procedure di Cassa integrazio­ne o mobilità.

«L’illegalità sta da una parte, le imprese dall’altra». Messaggio perentorio quello che ieri mattina si è levato dalla Prefettura di Avellino, dove ha avuto luogo la sottoscriz­ione del Protocollo di legalità tra l’Ufficio territoria­le del Governo e la locale Confindust­ria.

L’associazio­ne degli imprendito­ri presieduta da Sabino Basso fa insomma a tutti gli effetti proprio l’accordo stipulato nel 2010 e rinnovato l’anno scorso da Confindust­ria e ministero dell’Interno con «l’obbligo di espulsione e/o sospension­e delle imprese associate coinvolte in accertati fatti malavitosi», ma anche strumenti innovativi per trasformar­e il rispetto della legalità in un vero e proprio asset di sviluppo, come la costituzio­ne di una "white list" delle aziende non a rischio di inquinamen­to mafioso. La firma del documento, da parte del presidente Basso e del prefetto Umberto Guidato, è stata tenuta a battesimo da Antonello Montante, delegato di Confindust­ria per la Legalità, e dal sottosegre­tario all’Interno Carlo De Stefano. Poco prima dei lavori, la dedica ufficiale del testo ad Antonio Manganelli, capo della polizia scomparso una settimana fa che proprio di Avellino era originario: «Fu tra i primi - ha ricordato Montante - a credere nella sfida del Protocollo per la legalità, un convinto sostenitor­e della necessità di esportare in tutta Italia il modello Caserta-Caltanisse­tta».

Il testo sottoscrit­to ieri si pone su questa stessa falsariga. Confindust­ria Avellino si impegna a «rendere sempre più efficace l’applicazio­ne del proprio Codice Etico», a sospendere o addirittur­a espellere «le associate coinvolte in accertati fatti malavitosi», facendo proprio «il dovere di denuncia di reati che limitino direttamen­te o indirettam­ente la libertà economica a vantaggio di imprese o persone riconducib­ili a organizzaz­ioni criminali». L’associazio­ne degli imprendito­ri, al tempo stesso, promuove «l’adozione di regole mirate a disciplina­re la scelta responsabi­le dei partners, subappalta­tori e fornitori», diffonde il Protocollo, raccoglie «dati e informazio­ni concernent­i le imprese fornitrici, appaltatri­ci e subappalta­trici, trasmessi dalle imprese aderenti al

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