Avellino pronta a espellere le imprese in odore di mafia
Confindustria sigla il protocollo con il Governo
Protocollo» e fornisce «a richiesta, alla Prefettura di Avellino le informazioni di cui dispone». Le aziende aderenti vengono iscritte «in un apposito elenco pubblicato sul sito internet di Confindustria». La Prefettura, dal canto suo, si impegna a «rilasciare alle imprese aderenti al Protocollo che operano in qualità di stazioni appaltanti le certificazioni antimafia», girando la richiesta in questione all'Utg competente qualora «l’impresa nei cui riguardi devono essere rilasciate le "informazioni", abbia sede legale nel territorio di altra provincia». Il Protocollo, la cui durata coincide con il protocollo nazionale (scadenza fissata al giugno 2014), promuove poi periodiche attività di informazione e verifica.
«Quando qualche anno fa - ha ricordato Montante - in Sicilia partimmo con le prime esperienze di questo tipo, ci furono gli scetticismi di qualcuno e le resistenze di qualche altro. Adesso parlano i dati: l’anno scorso sull'isola il modello del Protocollo di legalità ha portato a 450 denunce. Adesso chi si associa a Confindustria - continua Montante - non viene più toccato dalla mafia. Abbiamo innescato una rivoluzione culturale. Un processo impegnativo per le nostre associazioni chiamate a fare una scelta precisa che sta dando frutto per certi versi inaspettati». Per il presidente di Confindustria Avellino Basso "sposare il Protocollo equivale ad attribuirsi un "bollino blu" che faremo in modo venga premiato anche in termini di rating nei rapporti con gli istituti di credito". Il sottosegretario De Stefano spiega in ultimo come «la certificazione antimafia rappresenti un passaggio burocratico in più per le imprese, tuttavia necessario per tenere la malavita lontana dalle attività produttive».