La Tv 2.0 sfida pirateria e dvd
Politecnico di Milano: i ricavi da servizi nelle «connected» raddoppieranno nel 2013 Parisi (Chili Tv): «Buone offerte contro i download illegali»
«Le pay tv per ora sono un’altra cosa. Non è con loro che ci confrontiamo. Piuttosto la nostra vera sfida è alla pirateria». Stefano Parisi è presidente e fondatore di Chili Tv, l’over-the-top television (130mila clienti registrati) nata da Fastweb, che insieme con Cubovision di Telecom Italia costuisce il piatto forte dell’offerta della connected tv. Una Tv 2.0 che promette di porsi come la vera novità del panorama audiovideo del futuro.
I numeri, forniti dal Politecnico di Milano nel suo ultimo studio dell’Osservatorio New Media & New Internet, certificano una crescita esponenziale, che ha ragione di essere stimata anche per i prossimi anni. «I ricavi genenerati attraverso le connected tv sono in valore assoluto ancora limitati, ma sono quadruplicati rispetto al 2011», afferma Riccardo Mangiaracina, responsabile Ricerca dell’Osservatorio. In sostanza si parla di 15 milioni di euro che a fine 2013 dovrebbero raddoppiare. Ricavi comunque attribuibili quasi esclusivamente ai servizi premium, mentre quelli pubblicitari sono in fondo trascurabili.
Su questo fronte c’è però chi si sta muovendo. Smartclip Italia, per esempio: concessionaria nata nel 2011 e molto attiva su questo fronte. «Per quanto ci riguarda, abbiamo un accordo esclusivo con Lg per veicolare della pubblicità all’interno dell’interfaccia di interazione», spiega Luca di Cesare, managing director di Smartclip Italia, concessionaria nata nel 2011 e molto attiva su questo versante. «C’è un interesse crescente da parte dei produttori di smart tv, ma anche degli investitori. È apprezzato il fatto che si possano raggiungere target molto specifici. Un particolare interesse lo sta dimostrando per esempio l’automotive, con aziende che programmano campagne specifiche».
Insomma, numeri piccoli, ma con un trend in forte crescita e che lascia ben sperare gli operatori. «Oggi questo mercato – aggiunge Stefano Parisi – vale 2 miliardi di dollari negli Usa. È vero: lì l’esperienza di Netflix, che da 20 anni aveva abbonati cui mandava vari dvd al mese, ha impattato su questa diffusione determinando in qualche modo questi risultati». È innegabile dall’altra parte che le prospettive si scontrano con la realtà. I circa 2,5 milioni di smart tv sono ora realmente connessi per il 30 per cento (questa è la percentuale che i vendors ritengono valida, mentre la ricerca del Politecnico indica il 18%). Per il 2013 l’osservatorio del Politecnico di Milano prevede comunque una crescita dei 7 Con il termine Connected TV si indica il servizio offerto dagli operatori attraverso televisori con tecnologia digitale (smart tv) in grado di connettersi a Internet tramite un’interfaccia di rete. Il collegamento alla rete può comunque avvenire anche attraverso altri device come consolle o decoder. Oltre a Cubovision e Chili nel mercato italiano le principali offerte sono quelle di Acetrax, Mediaset Premium Play, Sky on demand, Vodafone Tv Solution device del 70 per cento.
«Per quanto riguarda le connected tv c’è un problema, che è allo stesso tempo un’opportunità», puntualizza Piero De Chiara, responsabile programmazione editoriale Cubovision di Telecom Italia (520mila spettatori e circa 280mila abbonati). «In realtà – aggiunge – sono pochi ancora i telespettatori italiani che sanno cos’è l’Ott television». Da qui l’obiettivo, che è puntare soprattutto «a quel 70% di famiglie che avevano il Vhs e l’hanno cambiato con il lettore dvd e che ora si trovano dinanzi a questa offerta on demand tramite connected tv che può ampiamente dire la sua». Per i produttori di smart tv (oltre a Lg è molto attiva anche Samsung) la sfida è quella di migliorare gli standard qualitativi. Per operatori come Cubovision – che dal canto suo offre in abbonamento 30 canali tematici – la sfida è quella dei contenuti. «Dal 4 aprile partiremo con reportage e altri contenuti nuovi. Segnalo però un altro aspetto: i distributori iniziano a mostrare interesse per realtà come le nostre».
Il punto è centrale. E mette in evidenza quello che – al momento – è il vero bersaglio dell’offerta tramite connected tv: quel mercato dei dvd che (fonte Univideo) nel 2011 ha perso il 16% di business su base annua. «È per questo che parlo di sfida alla pirateria», precisa Stefano Parisi. La sua Chili Tv (oltre 2mila titoli in catalogo) è forte nell’altro tipo di offerta, quello dei contenuti a noleggio (Tvod). «La pirateria è molto forte in Spagna e qui da noi, anche a causa delle finestre che intercorrono fra l’uscita dei film al cinema e la possibilità di offrirli con le nostre offerte. Stiamo discutendo con le major – aggiunge Parisi – per una modifica». Che alla fine dei conti, secondo Parisi, non è automatico che incida «sull’andamento delle sale cinematografiche».
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