Crediti Pa, Tares, Iva: scadenze urgenti
Il calendario già fitto dei provvedimenti che non possono aspettare
Non solo la necessità di dare una risposta rassicurante all’inquietudine dei mercati finanziari. Il Capo dello stato sta cercando di favorire il più rapidamente possibile la formazione di un governo anche per far fronte adeguatamente ai numerosi impegni obbligati dell’agenda di politica economica delle prossime settimane. A cominciare dalla presentazione del Documento di economia e finanza (Def) e dal varo dell’atteso decreto per sbloccare i primi 40 miliardi in due anni di pagamenti arretrati della Pa alle imprese. Ma tra le decisioni da prendere subito ci sono anche quelle sul rinvio della Tares e sull’eventuale stop all’aumento dell’Iva.
Scelte strategiche, dunque, per le quali non c’è la possibilità di tempi supplementari. Il decreto legge sul pagamento dei debi- ti Pa dovrà vedere la luce non più tardi della prossima settimana. In ballo c’è lo sblocco di risorse indispensabili per favorire la ripresa, come sottolineato a più riprese da tutte le associazioni delle imprese, Confindustria in testa, dall’Abi e dallo stesso esecutivo uscente. Il governo Monti alla fine della scorsa settimana ha inviato in Parlamento la relazione sull’aggiornamento dell’ultimo Def (indispensabile per il varo del Dl), che ha ricevuto ieri il sostanziale via libera delle Commissioni parlamentari speciali di Camera e Senato e che riceverà l’ok dei due rami del Parlamento il 2 aprile (si vedano articoli a pagina 6 e 7).
Un’altra tappa cruciale in chiave navigazione economico-finanziaria è il varo del nuovo Def. Che, sulla base della tabella di marcia stilata dal governo uscente nella relazione di aggiornamen- to del quadro programmatico di finanza pubblica, dovrebbe avvenire entro il 10 aprile. Volendo si potrebbe arrivare al 15 aprile (e anche un po’ più in là). Ma perdere tempo equivarrebbe ad alimentare dubbi in sede europea sulla volontà di rispettare gli impegni presi con Bruxelles, a partire dal pareggio di bilancio nel 2013, e a favorire il nervosismo dei mercati finanziaria. Con il Def, oltre a far luce sulla necessità o meno di una manovrina correttiva (considerata non necessaria dall’attuale esecutivo), si creeranno anche i presupposti per la scelta sull’eventuale stop all’aumento dell’ultima aliquota Iva dal 21% al 22%. Unostop che necessiterà unintervento strutturale da oltre 4 miliardi per il solo 2013.
C’è poi la partita sulla Tares. Il governo Monti ha preparato un decreto legge per prorogare al 2014 la nuova imposta sui rifiuti (si veda Il Sole 24 Ore del 24 marzo) ma nell’ultimo Consiglio dei ministri ha alla fine deciso di non varare il provvedimento. Ma una decisione su questo versante non può essere ulteriormente rimandata anche per evitare il cosiddetto "cortocircuito fiscale" (Imu, Iva e Tares) che a inizio estate rischia di colpire i contribuenti. Non a caso non più tardi di ieri sera il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha scritto una lettera al premier uscente Mario Monti per chiedergli di valutare l’opportunità di un rinvio della Tares.
Scelte fiscali delicate e urgenti, insomma. Alle quali si aggiunge la gestione dei provvedimenti già in Parlamento: dal Dl sull’utilizzazione delle cellule staminali allo schema di decreto ministeriale sul salvataggio previdenziale di altri 10mila esodati per raggiungere così quota 130mila salvaguardati.