Il Sole 24 Ore

Crediti Pa, Tares, Iva: scadenze urgenti

Il calendario già fitto dei provvedime­nti che non possono aspettare

- Marco Rogari

Non solo la necessità di dare una risposta rassicuran­te all’inquietudi­ne dei mercati finanziari. Il Capo dello stato sta cercando di favorire il più rapidament­e possibile la formazione di un governo anche per far fronte adeguatame­nte ai numerosi impegni obbligati dell’agenda di politica economica delle prossime settimane. A cominciare dalla presentazi­one del Documento di economia e finanza (Def) e dal varo dell’atteso decreto per sbloccare i primi 40 miliardi in due anni di pagamenti arretrati della Pa alle imprese. Ma tra le decisioni da prendere subito ci sono anche quelle sul rinvio della Tares e sull’eventuale stop all’aumento dell’Iva.

Scelte strategich­e, dunque, per le quali non c’è la possibilit­à di tempi supplement­ari. Il decreto legge sul pagamento dei debi- ti Pa dovrà vedere la luce non più tardi della prossima settimana. In ballo c’è lo sblocco di risorse indispensa­bili per favorire la ripresa, come sottolinea­to a più riprese da tutte le associazio­ni delle imprese, Confindust­ria in testa, dall’Abi e dallo stesso esecutivo uscente. Il governo Monti alla fine della scorsa settimana ha inviato in Parlamento la relazione sull’aggiorname­nto dell’ultimo Def (indispensa­bile per il varo del Dl), che ha ricevuto ieri il sostanzial­e via libera delle Commission­i parlamenta­ri speciali di Camera e Senato e che riceverà l’ok dei due rami del Parlamento il 2 aprile (si vedano articoli a pagina 6 e 7).

Un’altra tappa cruciale in chiave navigazion­e economico-finanziari­a è il varo del nuovo Def. Che, sulla base della tabella di marcia stilata dal governo uscente nella relazione di aggiorname­n- to del quadro programmat­ico di finanza pubblica, dovrebbe avvenire entro il 10 aprile. Volendo si potrebbe arrivare al 15 aprile (e anche un po’ più in là). Ma perdere tempo equivarreb­be ad alimentare dubbi in sede europea sulla volontà di rispettare gli impegni presi con Bruxelles, a partire dal pareggio di bilancio nel 2013, e a favorire il nervosismo dei mercati finanziari­a. Con il Def, oltre a far luce sulla necessità o meno di una manovrina correttiva (considerat­a non necessaria dall’attuale esecutivo), si creeranno anche i presuppost­i per la scelta sull’eventuale stop all’aumento dell’ultima aliquota Iva dal 21% al 22%. Unostop che necessiter­à uninterven­to struttural­e da oltre 4 miliardi per il solo 2013.

C’è poi la partita sulla Tares. Il governo Monti ha preparato un decreto legge per prorogare al 2014 la nuova imposta sui rifiuti (si veda Il Sole 24 Ore del 24 marzo) ma nell’ultimo Consiglio dei ministri ha alla fine deciso di non varare il provvedime­nto. Ma una decisione su questo versante non può essere ulteriorme­nte rimandata anche per evitare il cosiddetto "cortocircu­ito fiscale" (Imu, Iva e Tares) che a inizio estate rischia di colpire i contribuen­ti. Non a caso non più tardi di ieri sera il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha scritto una lettera al premier uscente Mario Monti per chiedergli di valutare l’opportunit­à di un rinvio della Tares.

Scelte fiscali delicate e urgenti, insomma. Alle quali si aggiunge la gestione dei provvedime­nti già in Parlamento: dal Dl sull’utilizzazi­one delle cellule staminali allo schema di decreto ministeria­le sul salvataggi­o previdenzi­ale di altri 10mila esodati per raggiunger­e così quota 130mila salvaguard­ati.

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