Squinzi: finalmente numeri aggiornati, ora avanti sul decreto
Un «provvedimento fondamentale per dare un segnale di ripartenza economica, mi auguro che si vada veramente avanti». Giorgio Squinzi incalza perché il governo acceleri quanto più possibile sui pagamenti dei debiti della Pa alle imprese. Proprio ieri Bankitalia ha rivisto le stime: da 71 miliardi a 90. «Finalmente, mi fa piacere che piano piano si arrivi alle nostre tesi, avevamo detto che erano di più», ha commentato il presidente di Confindustria, che aveva sempre ipotizzato una cifra superiore rispetto a quella diffusa finora dalla Banca d’Italia su quanto le amministrazioni pubbliche debbano alle imprese.
L’importante è stringere i tempi e agire perché l’economia italiana riprenda. Per questo Squinzi ritiene più opportuno non andare al voto: «Bisogna fare un Governo che governi veramente e che abbia come priorità assoluta l’economia reale. Non possiamo aspettare, non c’è più tempo per i rinvii, bisogna intervenire subito, siamo in una situazione di estrema difficoltà». E il numero uno di Confindustria ha ribadito la «grande fiducia nella saggezza del presidente della Repubblica, che anche stavolta saprà prendere la decisione migliore», ha detto Squinzi, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli chiedevano se fosse meglio un governo del Presidente o tornare al voto.
Occasione per riflettere sulla situazione politica ed economica è stato il convegno organizzato da Assocarta, che si è tenuto alla Luiss (l’università romana di Confindustria). L’industria cartaria, ha detto il presidente di Assocarta, Paolo Culicchi, dal 2007 ad oggi ha perso più di un milione di tonnellate di produzione, passando a meno di 9 milioni, la produzione è scesa del 15%, aggiungendo che i problemi principali sono l’andamento delle materie prime, comune ad altri Paesi, e il costo dell’energia: «Solo oggi il costo del gas, grazie agli sforzi del Governo, in questo sempre sollecitato da Confindustria, sta diventando effettivamente europeo», ha detto il presidente di Assocarta.
L’Italia èil secondoPaesemanifatturiero d’Europa, ed è dall’impresa che possono arrivare benessere e occupazione. Su questi punti ha insistito Squinzi, rilanciando l’obiettivo di portare il manifatturiero al 20% del Pil. Leimpresevannomessenelle condizioni di competere, siamo un Paese trasformatore «la nostra materia prima è la materia grigia degli italiani».
L’Italia ha potenzialità inespresse nel campo della green economy, dell’efficienza energetica, spesso limitate da un «approccio eccessivamente burocratico e da una programmazione di lungo periodo che si ripercuote sulla competitività delle imprese». Quindi secondo Squinzi occorrono: un quadro normativo certo e stabile nel tempo «non sono più rinviabili semplificazioni del quadro normativo in tema ambientale»; il recepimento della normativa europea senza oneri impropri; una revisione e razionalizzazione delle politiche energetiche; una politica che promuova la ricerca e l’innovazione, che per il presidente di Confindustria deve essere priorità del prossimo governo. Un cenno anche al Sistri (sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali): concettualmente giusto, ma non si è data applicazione nel modo corretto.
Il presidente di Confindustria è intervenuto anche sulle voci che vorrebbero l’ingresso di nuovi soci nel Gruppo 24 Ore: «Sono notizie infondate, non abbiamo nessuna intenzione in questo senso».