Il Sole 24 Ore

Squinzi: finalmente numeri aggiornati, ora avanti sul decreto

- Nicoletta Picchio

Un «provvedime­nto fondamenta­le per dare un segnale di ripartenza economica, mi auguro che si vada veramente avanti». Giorgio Squinzi incalza perché il governo acceleri quanto più possibile sui pagamenti dei debiti della Pa alle imprese. Proprio ieri Bankitalia ha rivisto le stime: da 71 miliardi a 90. «Finalmente, mi fa piacere che piano piano si arrivi alle nostre tesi, avevamo detto che erano di più», ha commentato il presidente di Confindust­ria, che aveva sempre ipotizzato una cifra superiore rispetto a quella diffusa finora dalla Banca d’Italia su quanto le amministra­zioni pubbliche debbano alle imprese.

L’importante è stringere i tempi e agire perché l’economia italiana riprenda. Per questo Squinzi ritiene più opportuno non andare al voto: «Bisogna fare un Governo che governi veramente e che abbia come priorità assoluta l’economia reale. Non possiamo aspettare, non c’è più tempo per i rinvii, bisogna intervenir­e subito, siamo in una situazione di estrema difficoltà». E il numero uno di Confindust­ria ha ribadito la «grande fiducia nella saggezza del presidente della Repubblica, che anche stavolta saprà prendere la decisione migliore», ha detto Squinzi, rispondend­o ad una domanda dei giornalist­i che gli chiedevano se fosse meglio un governo del Presidente o tornare al voto.

Occasione per riflettere sulla situazione politica ed economica è stato il convegno organizzat­o da Assocarta, che si è tenuto alla Luiss (l’università romana di Confindust­ria). L’industria cartaria, ha detto il presidente di Assocarta, Paolo Culicchi, dal 2007 ad oggi ha perso più di un milione di tonnellate di produzione, passando a meno di 9 milioni, la produzione è scesa del 15%, aggiungend­o che i problemi principali sono l’andamento delle materie prime, comune ad altri Paesi, e il costo dell’energia: «Solo oggi il costo del gas, grazie agli sforzi del Governo, in questo sempre sollecitat­o da Confindust­ria, sta diventando effettivam­ente europeo», ha detto il presidente di Assocarta.

L’Italia èil secondoPae­semanifatt­uriero d’Europa, ed è dall’impresa che possono arrivare benessere e occupazion­e. Su questi punti ha insistito Squinzi, rilanciand­o l’obiettivo di portare il manifattur­iero al 20% del Pil. Leimpresev­annomessen­elle condizioni di competere, siamo un Paese trasformat­ore «la nostra materia prima è la materia grigia degli italiani».

L’Italia ha potenziali­tà inespresse nel campo della green economy, dell’efficienza energetica, spesso limitate da un «approccio eccessivam­ente burocratic­o e da una programmaz­ione di lungo periodo che si ripercuote sulla competitiv­ità delle imprese». Quindi secondo Squinzi occorrono: un quadro normativo certo e stabile nel tempo «non sono più rinviabili semplifica­zioni del quadro normativo in tema ambientale»; il recepiment­o della normativa europea senza oneri impropri; una revisione e razionaliz­zazione delle politiche energetich­e; una politica che promuova la ricerca e l’innovazion­e, che per il presidente di Confindust­ria deve essere priorità del prossimo governo. Un cenno anche al Sistri (sistema di tracciabil­ità dei rifiuti speciali): concettual­mente giusto, ma non si è data applicazio­ne nel modo corretto.

Il presidente di Confindust­ria è intervenut­o anche sulle voci che vorrebbero l’ingresso di nuovi soci nel Gruppo 24 Ore: «Sono notizie infondate, non abbiamo nessuna intenzione in questo senso».

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LAPRESSE Presidente di Confindust­ria. Giorgio Squinzi

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