Appalti Enav, Milanese condannato a otto mesi
Finanziamento illecito per la vendita di una barca
Finanziamento illecito a un singolo parlamentare. Con quest’accusa è stato condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa, Marco Milanese, ex parlamentare del Pdl e stretto collaboratore dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Si chiude così il primo grado di uno dei filoni che coinvolgono l’Ente nazionale di assistenza di volo (Enav), finito al centro di una vasta inchiesta del sostituto procuratore di Roma, Paolo Ielo. Ieri il giudice monocratico Roberto Di Gioia ha riconosciuto valide le ipotesi investigative, condannando l’ex aiutante di Tremonti e ratificando i patteggiamenti di Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica, a tre mesi di reclusione, e per Fabrizio Testa, ex presidente di Techno Sky, a un mese (pene sospese). Il procedimento, per il quale l’avvocato di Milanese, Bruno Larosa, è pronto a presentare appello, riguarda la vendita di un’imbarcazione alla società Eurotec, dell’imprenditore Tommaso Di Lernia e amministrata da Massimo De Cesare. In particolare, Milanese avrebbe acquistato a giugno 2009 una grossa barca da 15 metri, un Dolphin 64 della Mochi Craft. Un yacht extra lusso comprato in leasing per 20mila euro al mese ma che poi sarebbe stato rivenduto ad un prezzo maggiorato del doppio, creando così una plusvalenza di 225mila euro. Il denaro, così ricavato, sarebbe stato l’illecito finanziamento al singolo politico, Milanese, che avrebbe avuto anche un altro effetto: contropartita per la nomina dell’imprenditore Fabrizio Testa al vertice della società Techno Sky, azienda controllata da Enav. Il nome di Testa è citato nel corso di questo processo, anche dall’ex amministratore delegato di Enav, Guido Pugliesi. «Fabrizio Testa – ha raccontato al giudice – era un uomo di Gianni Alemanno. Per la sua nomina a presidente di Tecnho Sky, l’onorevole Milanese mi disse che il ministro Tremonti lo stava mettendo in croce e che a sua volta riceveva continue pressioni dal sindaco di Roma». Che lo stesso Testa fosse vicino ad Alemanno, lo racconta anche Cola il 16 maggio 2012 al pm Ielo. Il verbale è contenuto nell’inchiesta che lunedì scorso ha portato agli arresti l’ex ad dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, accusato di aver intascato una maxi tangente per l’appalto dei 45 filobus alla Bredamenarinibus (controllata da Finmeccanica). Cola, ex consulente esterno del gruppo e molto vicino all’ex ad Pierfrancesco Guarguaglini, racconta che aveva l’incarico di informarsi se effettivamente Mancini avesse «un’autorizzazione» a trattare con Finmeccanica. «Chiesi a Testa, da me conosciuto per il suo ruolo in Enav e politicamente del gruppo del sindaco Alemanno, di verificare con lo stesso se Mancini aveva un’autorizzazione a parlare con Finmeccanica esprimendo gli interessi del Comune di Roma (…) mi disse, poco dopo tempo, che il sindaco gli aveva detto di essere a conoscenza dei contatti tra Mancini e Finmeccanica». Fin qui, i presunti intrecci emersi con la politica vicina al sindaco di Roma.
Tuttavia, l’inchiesta Enav ha dato alla luce un altro filone, in cui risulta indagato per finanziamento illecito a un parlamentare l’ex ministro Tremonti. Nel fascicolo risultano coinvolti anche Milanese e Angelo Proietti, proprietario della società Edil Ars, azienda che più volte ha compiuto lavori su immobili di proprietà del Vaticano e che ha svolto anche interventi con la Sogei, controllata dal ministero delle Finanze. Secondo il pm Ielo, tra il 2008 e il 2009, Proietti avrebbe speso 250mila euro per pagare il restauro della casa romana di Tremonti presa in affitto da Milanese – che aveva un certo peso in Sogei per nomine e affidamento di appalti - in via del Campo Marzio. L’operazione sarebbe servita per mettersi in buona luce con l’allora ministro e consolidare i rapporti con Milanese.