Il Sole 24 Ore

«Scorte con i contractor»

Presidente di Confitarma

- Marco Masciaga

«Pura follia». Il presidente di Confitarma Paolo d’Amico non usa mezzi termini per descrivere quello che ha sentito durante il dibattito parlamenta­re sul caso marò.

Cosa non le è piaciuto delle cose delle in aula?

Non mi è piaciuto che si sia parlato allegramen­te di sospendere gli accompagna­menti alle navi italiane. Di cosa ha paura? Nel giro di un paio di giorni i pirati somali saprebbero che le imbarcazio­ni italiane sono vulnerabil­i. Presto ci sarebbero attacchi e sequestri. Il nostro ceto politico deve essere cosciente che se decidesse di ritirare le scorte si dovrà assumere per intero la responsabi­lità di quello che accadrà dopo.

Deve riconoscer­e però che il sistema attuale qualche problema lo sta creando...

Su 160 scorte fornite dai marò quello al largo del Kerala è stato l’unico brutto incidente. I nostri due militari bloccati in India hanno tutta la mia solidariet­à, ma senza la presenza dei fucilieri come loro sulle navi a quest’ora probabilme­nte ci staremmo occupando degli equipaggi italiani tenuti in ostaggio dai pirati.

Non sarebbe meglio utilizzare dei contractor?

Anche Francia e Olanda usano i militari. Noi armatori comunque non siamo contrari alle guardie private, ma è da un anno e mezzo che aspettiamo un regolament­o del ministero degli Interni che ne autorizzi l’impiego.

I vostri costi però aumentereb­bero...

In questi casi i costi vengono ribaltati sui clienti. In più i contractor privati sarebbero più flessibili e presenti nel teatro del- le operazioni. Mentre il pezzo mancante dell’impianto di lotta alla pirateria sono gli accordi degli Stati con i Paesi rivierasch­i per creare le basi da cui imbarcare a bordo i propri militari.

Venendo all’incidente dei due marò non crede che il comandante della Enrica Lexie abbia sbagliato a rientrare in porto, pur avendo a bordo due militari italiani?

La catena di comando militare era informata. Lo ha detto anche Terzi in aula il 13 aprile del 2012 che il Centro operativo interforze della Difesa «non ha avanzato obiezioni».

Ma se ci fosse stato un braccio di ferro tra comandante e militari chi avrebbe avuto l’ultima parola?

Il comandante, ci mancherebb­e, ma non credo che sia successo. La verità è che dietro quella scelta ci sono delle responsabi­lità precise che non si vogliono lasciare emergere.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy