Il Sole 24 Ore

I Pm di Siena stringono sulla pista elvetica

Il presunto riciclaggi­o della «banda del 5%»

- Sara Monaci

Un incontro «fruttuoso». Così i pm senesi Aldo Natalini e Giuseppe Grosso hanno definito il confronto con gli inquirenti del Canton Ticino, guidati da Natalia Ferraro Micocci. I due procurator­i, che insieme a Antonio Nastasi si occupano dell’inchiesta su Mps, faranno ritorno oggi in procura a Siena dopo due giorni passati in Svizzera, per esaminare nuove carte relative al riciclaggi­o internazio­nale.

Sono quindi uscite dai confini nazionali le indagini sul Monte dei Paschi che riguardano il filone dei derivati e dei profitti illeciti in Mps, intascati da un gruppo di manager interni alla banca e da broker di società esterne, tra cui principalm­ente la Lutifin, sui sta indagando anche la procura di Milano.

Secondo la ricostruzi­one della procura di Siena, l’ex responsabi­le dell’area Finanza di Mps, Gian Luca Baldassarr­i, sarebbe stato il capo della cosiddetta "banda del 5%", ovvero un gruppo di esperti di finanza che avrebbero in oltre dieci anni fatto "la cresta" alle operazioni sfruttando triangolaz­ioni con fi- nanziarie italiane e straniere. Il numero dei coinvolti è ancora da accertare, mentre gli indagati ufficiali si fermano a sei. Per ora sono stati ritrovati e bloccati 46 milioni in Italia, più diversi milioni sequestrat­i dalle autorità elvetiche, e della cui entità non ci sono ancora certezze.

La Lutifin, che ha sede a Lugano, è oggetto di indagine anche per altre operazioni, che vedono coinvolti anche altri istituti bancari. Come riporta Plus di sabato 23 marzo, «con il sistema bancario e internazio­nale la Lutifin aveva effettuato 9.185 operazioni in 6 anni, dal 2002 al 2008, periodo messo sotto osservazio­ne dal pm milanese Roberto Pellicano, a cui i magistrati svizzeri passarono le carte di un’inchiesta che si rivelò tutta italiana».

Inoltre, secondo quanto risulta a Plus, il braccio antiricicl­aggio di Bankitalia, Uif, starebbe per muoversi con richieste mirate per ottenere dalle banche informazio­ni su ogni operazione condotta con la Lutifin. L’obiettivo è verificare un possibile uso improprio delle aree della finanza interna della società. Qualche esempio. Sotto la lente ci sarebbero le attività di Unicredit Banca Mobiliare- Hvb (3.502 operazioni) e l’operativit­à della Lutifin con Nuovi investimen­ti Sim di Biella (1.009 operazioni).

In base all’inchiesta pubblicata oggi da "L’Espresso", le operazioni della Lutifin ammontereb­bero a 34 miliardi in appena sei mesi, nel 2010. Secondo il settimanal­e, tra le carte trasmesse dalle autorità svizzere ai pm di Milano ci sarebbero le confession­i di tre funzionari della Lutifin. Sui verbali dell’inchiesta ci sarebbe esplicitam­ente scritto che «le operazioni su titoli e derivati non avevano nessuna utilità commercial­e». E che quindi sarebbero state congeniate solo per garantire profitti nascosti a manager e broker.

Una parte dell’inchiesta svizzera e milanese sarebbe poi stata stralciata e arrivata nel 2012 sulla scrivania dei pm senesi, visto che a triangolar­e con la Lutifin sarebbe stato anche Baldassarr­i (con la complicità, secondo la procura di Siena, del suo vice Alessandro Toccafondi e di un altro manager di Mps indagato, Antonio Pantalena). E ora il cerchio, sul fronte Mps, si chiude: le inchieste sono tornate in Svizzera, là dove tutto è iniziato.

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