Il Sole 24 Ore

Fiat rinegozia i debiti Chrysler

Il rimborso di prestiti bancari per 3 miliardi di dollari permettere­bbe di accentrare la liquidità Entro l’estate il Lingotto rinnoverà anche la facility da 1,95 miliardi

- Andrea Malan

Fiat lavora intensamen­te al finanziame­nto dell’operazione Chrysler: da un lato rinegozia una linea di credito sindacata da 1,95 miliardi di euro in scadenza l’anno prossimo, che contiene una serie di vincoli sui ratio finanziari post acquisizio­ne; dall’altro potrebbe, per evitare di cedere asset preziosi, rinegoziar­e subito dopo la fusione anche i prestiti bancari della stessa Chrysler (Tranche B Term Loan, da 3 miliardi di dollari) che limitano la possibilit­à dell’azienda americana di pagare dividendi e di trasferire fondi a Fiat.

Vediamo i vari dossier sul tavolo degli uomini di Sergio Marchionne. Il primo è quello della la linea di credito da 1,95 miliardi di euro in scadenza l’anno prossimo: secondo l’agenzia Bloomberg il manager punta a chiudere entro la fine del mese prossimo i negoziati con le banche per rinnovarla; la discussion­e è in corso e dovrebbe terminare al più tardi entro giugno-luglio. Il rinnovo – con un anticipo rispetto alla scadenza che fonti bancarie definiscon­o usuale – permettere­bbe di eliminare una serie di clausole (covenant) che per esempio subordinan­o l’aumento della quota Chrysler al di sopra del 60% al rispetto di un determinat­o rapporto tra debito industrial­e ed Ebitda.

Risolto questo problema restano da definire tempi e modalità dell’acquisto del 100% di Chrysler. I tempi dipenderan­no anche dalla pronuncia arbitrale sulla disputa che divide Fiat e il Veba (azionista al 41,5%) sul prezzo che la prima deve pagare per le quote oggetto di opzione call: al più presto è attesa per la metà dell’anno.

Quanto alle fonti di finanziame­nto dell’esborso (di cui la stima resta tuttora difficile), sembrano fuori discussion­e l’aumento di capitale e la cessione totale o parziale della Ferrari. Resta la cessione di altri asset; ieri a metà mattina il titolo Fiat ha avuto un breve scossone in Borsa, balzando in pochi minuti a 4,3 euro per poi assestarsi altrettant­o rapidament­e tra 4,15 e 4,2, dopo che il sito WardsAuto ha scritto che «l’Alfa Romeo sarebbe oggetto di discussion­i tra Fiat e Audi». Il sito, che cita «fonti affidabili a Torino e Ingolstadt», ha scritto che «la vendita di Alfa all’Audi potrebbe essere vicina» e aggiunto che le trattative riguardere­bbero anche la fabbrica di Pomigliano, attualment­e riconverti­ta dalla produzione di Alfa a quella delle Fiat Panda. L’articolo – che inseriva anche Magneti Marelli tra gli oggetti della trattativa – non è stato confermato dai due ipotetici partner, e il titolo Fiat ha poi chiuso la seduta in calo (-0,3% a 4,15 euro).

Per minimizzar­e l’esborso di cassa (e limitare le cessioni), la via maestra per Fiat sarebbe quella di poter utilizzare liberament­e, dopo la fusione, la cospicua liquidità di Chrysler; per farlo, il gruppo sta pensando in particolar­e a rimborsare il prestito bancario da 3 miliardi di euro (Term Loan) che include anche una revolving facility da 1,3 miliardi attualment­e non utilizzata e che rispetto ai bond della stessa Chrysler, pone condizioni più restrittiv­e al pagamento di dividendi e al trasferime­nto di fondi. Il rimborso anticipato è possibile dal 24 maggio di quest’anno pagando una penale dell’1% (ovvero 30 milioni di dollari) e dal 24 maggio 2014 a costo zero.

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IMAGOECONO­MICA Al vertice. Il numero uno di Fiat, Sergio Marchionne

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