Enel archivia il riassetto di Enersis
Sottoscritto il 99,04% dell’aumento di capitale della controllata
Enel chiude il cerchio attorno all’aumento di capitale da 5,9 miliardi di dollari della controllata cilena Enersis messo in pista a luglio scorso e che ha determinato, da allora a oggi, un rialzo del 15% del titolo della società quotato alla Borsa cilena. E i numeri raccolti ieri dalle banche global coordinator (Jp Morgan, Btg Pactual-Celfin e Bank of America Merrill Lynch) segnalano il pieno successo dell’operazione: è stato infatti sottoscritto il 99,04% degli oltre 16,4 miliardi di nuove azioni emesse al prezzo unitario di 173 pesos cileni. Mentre i restanti 157,04 milioni di titoli non "coperti" durante il periodo dell’offerta sono stati oggetto, sempre ieri, di un collocamento ad hoc sulla Borsa di Santiago. Dove sono stati piazzati 15 lotti da 10 milioni di azioni ciascuno e un lotto da 7,04 milioni al prezzo di 178 pesos per azione.
«Il pieno successo dell’aumento di capitale di Enersis – spiega al Sole 24 ore l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti – dimostra la validità della nostra strategia di rafforzamento e razionalizzazione della presenza del gruppo Enel in Sud America, uno dei pochi mercati mondiali in costante crescita». Alla base della ricapitalizzazione – che il colosso energetico ha portato avanti cercando di evitare strappi e inseguen- do il massimo consenso degli azionisti – c’è infatti un preciso disegno: la semplificazione della catena societaria in Sud America grazie al conferimento a Enersis delle partecipazioni detenute in 13 aziende latinoamericane, in mododa trasformare la controllata cilena nella piattaforma di riferimento di quell’area.
Un percorso strategico dunque per il futuro dell’Enel che ha registrato, però, inizialmente, l’opposizione dei fondi pensione cileni, perplessi sul valore assegnato agli asset da conferire in sededi aumento. Resistenze superate alla fine, come rimarca lo stesso Conti. «La completa adesione sia dei piccoli azionisti sia dei grandi fondi cileni (che controllano 13,6% del capitale, ndr) e internazionali testimonia come questa operazione sia stata progettata e portata a termine nell’esclusi- vo interesse della società e di tutte le categorie di azionisti». Che, non a caso, hanno risposto all’impegno richiesto dal gruppo. Con i piccoli soci (il 39,4%) chiamati a mettere mano al portafoglio per partecipare all’aumento di capitale con un contributo cash di 2,4 miliardi di dollari. «Queste risorse – ricorda l’ad – saranno utilizzate per acquisire ulteriore quote di minoranza in società già controllate, per acquisizioni di nuove attività e per la crescita organica nell’area che conta su una pipeline di oltre 11mila megawatt e milioni di possibili clienti. La scelta tra queste diverse opzioni – chiosa Conti – sarà effettuata tenendo conto delle condizioni di mercato e delle numerose opportunità che offre il Sud America, un’area geografica caratterizzata da ottime prospettive di crescita».