M5S: «Nessuna fiducia vogliamo il Governo»
Grillo: «Cancelliamo il Porcellum»
Ripetuto come una litania, il Grillo-pensiero del pomeriggio azzera giornate di speculazioni dentro e fuori il Movimento sulla linea da tenere. O governo a Cinque Stelle o niente è il mantra. Sonora conferma che non esiste soluzione altra, per il líder máximo, dal muro contro muro con gli altri partiti. Non c’è appello di intellettuale che tenga, non c’è supplica di militante o elettore dell’ultima ora capace di far riconsiderare al leader l’opportunità «storica» alle porte. Il rigetto della collaborazione ripetutamente sollecitata dal Pd non può essere più totale e sprezzante.
Uscendo dal colloquio con il capo dello Stato, i «portavoce» Vito Crimi e Roberta Lombardi sono tassativi nell’escludere ripensamenti in extremis. Nulla di diverso da quanto anticipato al telefono a Giorgio Napolitano qualche ora prima dallo stesso Grillo, ossia che la fiducia del M5S è fuori discussione e senza distinguo fra i partiti. Si mettono avanti i venti punti di programma illustrati già durante le prime consultazioni al Quirinale lasciando socchiusa la porta solo a eventuali modifiche alla legge elettorale. Non c’è altro. E poco importa che di candidati a palazzo Chigi graditi al M5S non si riesca a farne uno neanche nell’ora tarda. Per la capogruppo alla Camera Lombardi «il nome del candidato premier non è essenziale, è il progetto che conta». Anche la possibilità di un appoggio a un esecutivo «pseudotecnico» su cui si erano rincorse voci fino alla fine viene respinta di netto. «Siamo nel settore della psichia- tria più che della politica» attacca Grillo via voce sulla webtv del MoVimento. Un modo per respingere in pieno l’addebito ai Cinque Stelle della responsabilità per l’impasse istituzionale («Fiducia? Ma che è, un gioco? Una parolaccia?»). Al massimo Grillo auspica la prorogatio di Monti per fare le cose indispensabili al Paese. «Un governo c’è: si potrebbe andare in Parlamento e abolire, con una semplice votazione, il Porcellum per tornare alla legge precedente. Sarebbe un segnale...». Soltanto la grauduatoria delle categorie messe all’indice riserva una sorpresa. «È peggio la casta dei giornalisti di quella dei politici», tuona l’ex comico. «Ora iniziano ad essere terrorizzati e fanno bene, perché la rete ingloberà tutto». Su questo ha cambiato idea.