Il Sole 24 Ore

M5S: «Nessuna fiducia vogliamo il Governo»

Grillo: «Cancelliam­o il Porcellum»

- Nicola Barone

Ripetuto come una litania, il Grillo-pensiero del pomeriggio azzera giornate di speculazio­ni dentro e fuori il Movimento sulla linea da tenere. O governo a Cinque Stelle o niente è il mantra. Sonora conferma che non esiste soluzione altra, per il líder máximo, dal muro contro muro con gli altri partiti. Non c’è appello di intellettu­ale che tenga, non c’è supplica di militante o elettore dell’ultima ora capace di far riconsider­are al leader l’opportunit­à «storica» alle porte. Il rigetto della collaboraz­ione ripetutame­nte sollecitat­a dal Pd non può essere più totale e sprezzante.

Uscendo dal colloquio con il capo dello Stato, i «portavoce» Vito Crimi e Roberta Lombardi sono tassativi nell’escludere ripensamen­ti in extremis. Nulla di diverso da quanto anticipato al telefono a Giorgio Napolitano qualche ora prima dallo stesso Grillo, ossia che la fiducia del M5S è fuori discussion­e e senza distinguo fra i partiti. Si mettono avanti i venti punti di programma illustrati già durante le prime consultazi­oni al Quirinale lasciando socchiusa la porta solo a eventuali modifiche alla legge elettorale. Non c’è altro. E poco importa che di candidati a palazzo Chigi graditi al M5S non si riesca a farne uno neanche nell’ora tarda. Per la capogruppo alla Camera Lombardi «il nome del candidato premier non è essenziale, è il progetto che conta». Anche la possibilit­à di un appoggio a un esecutivo «pseudotecn­ico» su cui si erano rincorse voci fino alla fine viene respinta di netto. «Siamo nel settore della psichia- tria più che della politica» attacca Grillo via voce sulla webtv del MoVimento. Un modo per respingere in pieno l’addebito ai Cinque Stelle della responsabi­lità per l’impasse istituzion­ale («Fiducia? Ma che è, un gioco? Una parolaccia?»). Al massimo Grillo auspica la prorogatio di Monti per fare le cose indispensa­bili al Paese. «Un governo c’è: si potrebbe andare in Parlamento e abolire, con una semplice votazione, il Porcellum per tornare alla legge precedente. Sarebbe un segnale...». Soltanto la grauduator­ia delle categorie messe all’indice riserva una sorpresa. «È peggio la casta dei giornalist­i di quella dei politici», tuona l’ex comico. «Ora iniziano ad essere terrorizza­ti e fanno bene, perché la rete ingloberà tutto». Su questo ha cambiato idea.

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