La sfiducia dei mercati può costare cara
Un’impasse politica a oltranza peggiorerebbe la recessione e farebbe scattare nuovi downgrade
Qualcosa può andare storto. È quello che in gergo sui mercati si chiama «the worst case scenario», lo scenario peggiore, un evento che può avere un impatto devastante sugli investimenti di portafoglio. Nel caso dell’Italia, uno Stato di valenza sistemica nell’Eurozona e nel mondo che si tiene in bilico politicamente (da mesi) ed economicamente e fiscalmente (da anni), la lista degli sviluppi potenziali molto negativi per i mercati è lunga e variegata. Le dimissioni del capo dello Stato che aprirebbero una nuova fase di gravi incertezze, oppure il ritorno alle urne nei prossimi mesi con una legge elettorale invariata o non modificata in maniera sostanziale. La retromarcia netta dal rigore sui conti pubblici e dall’implementazione di riforme strutturali forti, e conseguente rialzo del rapporto debito/Pil. L’inasprimento della recessione, con aumento della disoccupazione, delle sofferenze bancarie e calo di investimenti e fiducia delle imprese. Il ritorno della disaffezione degli investitori detentori di titoli di Stato con aumento dei rendimenti, allargamento dello spread, peggioramento del credit crunch e declassamento di rating. Scudi antispread Esm OMTs fuori uso.
Lo scenario peggiore per i mercati parte da un presupposto: il debito pubblico italiano, salito oltre la soglia dei 2.000 miliardi, impone un programma di raccolta pesante, con aste oltre i 30 miliardi al mese, rimborsi di titoli in scadenza e pagamenti di cedole onerosi (300 miliardi da aprile a fine anno, compreso il roll over dei BoT): la fiducia dei mercati, degli investitori al dettaglio e all’ingrosso, italiani ed esteri, resta fondamentale. E anche quest’anno, l’Italia è l’emittente numero uno di titoli di Stato a medio-lungo termine, 200 miliardi circa contro i 180 della Germania e i 190 della Francia, due Paesi con un Pil più alto di quello italiano.
Lo scenario peggiore per i mercati non riguarda lo spread quanto il rendimento assoluto dei BTp: dai minimi di gennaio, lo spread BTp/Bund è peggiorato di 100 punti, 60 per il rialzo italiano e 40 per il ribasso tedesco, una ripartizione della torta tollerabile per il rischio-Italia. La Bce infatti è intervenuta con acquisti di BTp nell’estate 2011 quanto il decennale sforò il 6% e Mario Draghi ha annunciato l’istituzione delle OMTs dalla fine dello scorso luglio, quando il BTp a dieci anni sul secondario tornò sopra il 6 per cento. Da oltre un mese, nonostante l’esito elettorale abbia portato allo stallo politico, il BTp decennale è riuscito a mantenersi sotto il 5 per cento. Ma le ultime aste del Tesoro, per quanto buone per i rendimenti pagati e gli importi raccolti, hanno segnato rapporti di copertura indeboli- ti. I rendimenti dei Bund sono tornati sotto l’1,30% dopo essere saliti all’1,70% a fine gennaio: nei giorni scorsi i titoli tedeschi a due anni sono tornati in territorio negativo e il risk off alimentato da Italia e Cipro è forte.
Se il BTp dovesse sfondare il varco del 5% per iniziare a puntare verso il 6%, verso l’insostenibilità, i mercati non tarderebbero a testare la praticabilità del ricorso agli scudi anti-spread dell’Esm e della Bce. Un governo instabile, a tempo, senza maggioranza forte potrebbe essere visto dai mercati e fors’anche da Bruxelles e Bce "inadeguato" per assumersi gli impegni vincolanti sul medio-lungo termine su riforme strutturali e disciplina di bilancio (le famose condizionalità previste dal memorandum of understanding), passaggio obbligato per ottenere gli aiuti esterni, anche se nella forma delle linee precauzionali. Le elezioni in Germania in settembre e la perdita di peso dell’Italia postelezioni nello scacchiere europeo complicano il quadro sugli scudi. E questo è sicuramente il peggiore "worst case".
Gli strategist di Nomura temono che il rischio politico italiano sia al momento sottovalutato dai mercati. Se martedì alla riapertura delle borse invece che con un nuovo governo l’Italia si presenterà senza Presidente, l’impatto su BTp e spread potrebbe essere molto negativo. Tra gli scenari peggiori RBS menziona il rischio di un calo dei depositi bancari e l’indebolimento del sistema bancario dovuto alla recessione, al fallimento delle PMI, all’aumento delle sofferenze. Per Barclays, l’impasse politico perdurerà, anche dopo nuove elezioni: con implicazioni molto negative per il cammino delle riforme strutturali per la crescita. Bnp Paribas non esclude che la Bce debba rispolverare lo strumento straordinario delle LTRO triennali pur di aiutare le banche, anche italiane, dopo il doppio terremoto di Cipro e dello stallo politico a Roma.