Il Sole 24 Ore

Piazza Affari peggior listino in Europa

Trimestre a due facce: il rally di gennaio annullato dai pesanti cali di febbraio e marzo

- Luca Davi

Diventare il listino peggiore d’Europa nel giro di due mesi: ecco l’impresa che è riuscita alla borsa italiana in questa prima parte del 2013. Dopo essere salita fino al top di 17.980 punti a fine gennaio, la borsa italiana ha invertito violenteme­nte la rotta, incassando così nei primi tre mesi dell’anno una perdita complessiv­a del 5,74% (che sale al 12% rispetto ai massimi di inizio anno). Il tutto è accaduto mentre nel resto d’Europa, e del mondo, sui parterre borsistici si brindava ai rialzi. Da inizio gennaio il francese Cac40 è cresciuto del 2,48%, il Dax tedesco è salito del 2,4%, il listino britannico è balzato dell’8,7%. Persino due borse periferich­e, e tradiziona­lmente deboli, come Ma- drid e Atene, sono riuscite a contenere meglio i danni dell’Italia: l’Ibex35 è sceso del 3%, l’Athex Composite del 4,26%.

La magra performanc­e italiana è maturata di pari passo con quella dei titoli di Stato italiani, che hanno vissuto un progressiv­o deprezzame­nto. Complice un impaludame­nto politico senza precedenti (e alcuni scandali e profit warning che hanno toccato le principali quotate italiane, il rendimento dei titoli di Stato decennali italiani (che si muove inversamen­te al prezzo) si è arrampicat­o da un minimo del 4,12% raggiunto il 29 gen- 7 Lo spread è il differenzi­ale tra due rendimenti. Lo spread è un parametro usato per vedere quanto gli stati sono costretti a pagare, in termini di interessi, più dei tedeschi. Dato che la Germania è il paese considerat­o come più affidabile, lo spread serve per confrontar­e tutti gli altri con il primo della classe. Più lo spread sale, più lo stato in questione è percepito rischioso.Nel corso delle ultime settimane lo spread italiano è tornato a salire sulla scia delle incertezze politiche. naio al 4,78% toccato giovedì sera sui timori di fallimento dell’incarico esplorativ­o a Pierluigi Bersani. Stesso trend per lo spread, che è balzato dai 249 punti base toccati il 25 gennaio a 346 punti dell’altro ieri.

L’occasione persa

La divergenza tra Italia e resto del mondo è evidente. E si spiega con una carenza di fiducia nel nostro assetto politico cui corrispond­e, a ruota, la mancanza di credibilit­à nel sistema economico. L’occasione che stiamo perdendo non è da poco. Perchè, nonostante le incertezze che ancora permangono sul futuro dell’Eurozona, l’approccio degli investitor­i globali verso le borse azionarie è molto positivo. Lo dimostra il fatto che la borsa di Wall Street sia ai massimi storici, grazie al miglior inizio d’anno dal 1998, pari a un balzo del 10% circa per l’S&P 500 e dell’11% per il Dow Jones. Lo conferma la formidabil­e performanc­e del Nikkei che, grazie a una crescita del 19% nel primo quarto dell’anno, ha raggiunto i massimi da quattro anni e mezzo. Ma a confermarl­o, caso mai ve ne fosse bisogno, sono anche i dati provenient­i dal consueto sondaggio di Hsbc tra i principali gestori globali. Circa il 75% dei fund manager mondiali afferma infatti di essere sovraespos­to sull’azionario, mentre solo il 25% si dice in posizione di "neutralità". Solo nell’ultimo trimestre del 2012, l’overweight sull’azionario era pari al 40 per cento. I numeri sono chiari: in termini di flussi, nel primo trimestre dell’anno i dieci principali fondi globali hanno visto aumentare le masse in gestione del 4,6% rispetto al trimestre precedente.

Il motivo dell’entusiasmo degli operatori ha un nome ben preciso, e si chiama liquidità. La montagna di denaro affluita a forza dalle principali banche centrali nel sistema sta generando i suoi effetti. Mentre la Federal Reserve tiene a livelli raso terra i rendimenti dei titoli a reddito fisso attraverso gli stimoli monetari, gli investitor­i sono costretti a muoversi altrove per cercare di strappare un po’ di rendimento in più. Ecco come si spiegano le performanc­e dei listini più brillanti, dagli Stati Uniti al Giappone. O le buone performanc­e dei mercati dei bond high yield o dei mercati emergenti. Senza contare i segnali di recupero dell’economia americana e il fatto che l’economia cinese abbia toccato il punto di minimo oggi rappresent­ano uno sprone in più per riversarsi sui listini.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy