Sgravi produttività ai primi passi
Pubblicato il decreto che avvia la tassazione ridotta per i premi ai dipendenti
Via libera agli sgravi sulle retribuzioni di produttività, quale effetto della pubblicazione avvenuta ieri in Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri firmato il 22 gennaio scorso. Diventa così operativa l’agevolazione che prevede l’applicazione di un’imposta pari al 10% in sostituzione dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali alle retribuzioni erogate ai dipendenti del comparto privato per incrementare la produttività.
Si tratta di un provvedimento atteso dalle parti sociali, che già lo scorso 21 novembre avevano chiesto a Governo e Parlamento di renderlo stabile e certo dopo le applicazioni sperimentali che, con modifiche, ormai si ripetono, di anno in anno, dal 2008. Si- glato dal presidente del consiglio Mario Monti lo scorso 22 gennaio, il provvedimento è passato all’esame della Corte dei Conti che l’ha registrato il 27 marzo.
Per l’agevolazione, la legge di stabilità 2013 ha messo a disposizione una copertura finanziaria pari a 950 milioni di euro per l’anno in corso e 400 milioni per il 2014, a fronte del picco di 2.670 milioni previsto nell’anno di esordio. L’aliquota ridotta può essere applicata agli importi erogati quest’anno fino a un massimo di 2.500 euro al singolo lavoratore che nel 2012 ha conseguito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 40mila euro.
Le retribuzioni agevolabili sono quelle pagate in relazione a indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione individuati tramite accordi aziendali o territoriali. In questa prima categoria dovrebbero rientrare, per esempio, i premi di produttività aziendale.
In alternativa, i compensi devono essere collegati all’attuazione di tre misure, individuate sempre tramite accordi, in quattro aree di intervento definite dal Dpcm: adozione di modelli di orari flessibili; distribuzione flessibile delle ferie; adozione di misure che rendono compatibile l’impiego di nuove tecnologie con i di- ritti dei lavoratori per facilitare l’attivazione di strumenti informatici indispensabili per lo svolgimento delle attività lavorative; interscambiabilità delle funzioni e integrazione delle competenze.
Fondamentale, per usufruire degli sgravi, è la sottoscrizione degli accordi a livello aziendale o territoriale e il deposito degli stessi, entro trenta giorni dalla firma, presso le direzioni territoriali del Lavoro, allegando dichiarazione di conformità del contratto al decreto.
Un percorso, questo, che nelle scorse settimane ha subìto qualche rallentamento perché le aziende attendevano la pubblicazione del Dpcm per avere certezza dell’agevolazione e maggiori indicazioni sui contenuti che devono essere indicati negli accordi stessi (si veda Il Sole 24 Ore del 28 marzo).
Per questi motivi, la pubblicazione del decreto è sicuramente un passo avanti importante ma non è il punto d’arrivo. Le parti sociali, infatti, auspicano che tramite una o più circolari ministeriali o dell’agenzia delle Entrate vengano chiariti alcuni aspetti del Dpcm che ha posto dei vincoli diversi rispetto all’anno scorso e quindi per più di un aspetto costituisce una novità, in particolare per quanto riguarda le tre misure da attivare nelle quattro aree indicate. Per esempio, in merito agli orari flessibili non è chiaro quali importi erogati siano effettivamente detassabili, così come nel caso della programmazione alternativa delle ferie.