Il Tesoro accelera l’iter per «liberare» i fondi
Il testo atteso la prossima settimana
I tecnici del Tesoro "stringono" sul decreto sblocca-debiti. Il lavoro è ormai ai dettagli finali, in attesa che si faccia chiarezza definitiva sul quadro della crisi politica: un prolungamento della fase di stallo renderebbe più probabile il varo da parte del governo uscente nel prossimo consiglio dei ministri, probabilmente mercoledì prossimo, il giorno dopo il via libera da parte del Parlamento della relazione che aggiorna i saldi di finanza pubblica.
I numeri del piano
L’intervento complessivo, da 40 miliardi di euro tra la seconda metà del 2013 e il 2014, si comporrà di due tranche di 20 miliardi ciascuna. Per l’anno in corso, 7,9 miliardi su 20 saranno relativi a spese di investimento, mentre i 20 miliardi del 2014 si riferiranno a spese correnti. Già definita la griglia dei pagamenti per comparti: circa 12 miliardi quest’anno da parte dei Comuni e le Province (7 nel 2014), 5 miliardi dalla Asl e le Regioni (9 nel 2014) e 3,5 miliardi l’anno da parte dello Stato. Prima saranno rimborsate le imprese e i professionisti e solo in un secondo momento le banche che hanno già acquisito vecchi crediti. Banca d’Italia stima che su 91 miliardi complessivi di debiti della Pa, 11 siano stati ceduti agli istituti di credito con la clausola pro solu- to, e secondo le decisioni Eurostat risultano già inclusi nel debito pubblico.
L’iter
Definito anche il meccanismo per i pagamenti, che prevede due tappe. Nella prima fase, immediatamente dopo il varo del decreto che allenterà il Patto di stabilità interno, Comuni, Province e Regioni potranno iniziare a pagare una quota dei 12 miliardi programmati per il 2013: nel caso del ventilato tetto al 3% dei residui passivi iscritti, si tratterebbe di circa 2 miliardi. Poi, con tempi brevi che saranno fissati da decreto, verranno autorizzati ulteriori sforamenti per chi ha liquidità in cassa oppure, per chi ne è sprovvisto, si opterà per prestiti agevolati a lungo termine (da restituire in 10-15 anni).
L’impatto
Si chiarisce ulteriormente, intanto, l’impatto che secondo le stime del ministero dell’Economia potrà derivare dalla manovra biennale di pagamento. Ol- tre a quantificare il delta incrementale sul Pil (0,2% per il 2013 e 0,7% per il 2014), vengono delineati anche gli effetti addizionali sui consumi delle famiglie (rispettivamente 0,4% e 0,9%), sugli investimenti (0,7% e 2,8%) e sulle costruzioni (0,5% e 2,3%)
Pagamenti in agricoltura
Saranno da valutare, intanto, gli effetti della direttiva che regola i tempi di pagamento per i nuovi contratti. Secondo la risposta fornita dall’ufficio legislativo del ministero dello Sviluppo economico a un quesito posto da Confindustria, il recepimento della direttiva, che fissa il termine di pagamento in 30 giorni salvo deroghe per contratti a partire dal 1˚ gennaio 2013, abroga di fatto l’articolo 62 del decreto "Cresci Italia" relativo ai pagamenti nel settore agroalimentare. L’articolo in questione stabiliva che il pagamento del corrispettivo fosse effettuato «per le merci deteriorabili entro il termine legale di trenta giorni e per tutte le altre merci entro il termine di sessanta giorni. In entrambi i casi il termine decorre dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura». Ma sul tema è scontro con il ministero delle Politiche agricole, per il quale l’articolo 62 è da considerarsi ancora «pienamente in vigore».