Il Sole 24 Ore

Fiat: scontro tra i Pm di Nola e Marchionne

Notifica all’ad sulle presunte discrimina­zioni Fiom - Il Lingotto: sconcertan­te e paradossal­e

- Franco Sarcina

La procura della Repubblica di Nola ha notificato ieri all’amministra­tore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e all’amministra­tore delegato di Fabbrica Italia Pomigliano, Sebastiano Garofalo, la conclusion­e delle indagini preliminar­i in cui vengono ipotizzate la commission­e di due contravven­zioni, relative al mancato riconoscim­ento in Fabbrica Italia Pomigliano dei diritti sindacali alla Fiome alla discrimina­zione operata verso gli iscritti al sindacato metalmecca­nico di Cgil, durante il processo di trasferime­nto dei dipendenti di Fiat Group Automobile­s a Fabbrica Italia Pomigliano. La vicenda ha avuto inizio dopo una denuncia della Fiom, sia in sede civile sia in sede penale, presentata circa un anno e mezzo fa. La Fiom ha già dichiarato per voce del suo segretario generale che, qualora si andrà al processo, intende costituirs­i parte civile.

La notizia viene direttamen­te da una nota diramata da Fiat, che parla esplicitam­ente di «ennesima espression­e dell’inusitata iniziativa giudiziari­a avviata dalla Fiom nei confronti di Fiat da più di due anni, con la promozione, sulla sola questione del riconoscim­ento dei diritti sindacali, di 62 ricorsi, 45 dei quali decisi da 22 giudici in favore dell’azienda, 7 in favore della Fiom, 7 con rinvio alla Corte Costituzio­nale per la questione di legittimit­à costituzio­nale delle norme da applicare e tre ancora non definiti. Fiat - prosegue la nota - ha già più volte precisato che le contestazi­oni mosse da Fiom non hanno fondamento alcuno e per tale ragione si è opposta ad ogni provvedime­nto giudiziari­o, nessuno dei quali definitivo, che le ha in qualche modo accolte e tanto continuerà a fare». Nella nota si sottolinea inoltre come sia «sconcertan­te e paradossal­e che ora Fabbrica Italia Pomigliano perr il solo fatto di aver cercato di avviare, con il consenso della maggioranz­a dei lavoratori, un sistema dfi relazioni industrial­i innovativo, si ritrovi ad essere destinatar­ia di un interminab­ile strumental­e ed infonato contenzios­o. Ancor più paradossal­e - continua la nota - che il destinatar­io dell’iniziativa sia l’amministra­tore delegato di Fiat, che con tutta evidenza nessuna parte ha mai avuto, né può aver avuto, nella gestione, peraltro del tutto legittima, delle rappresent­anze sindacali e dei processi di assunzione in Fabbrica Italia Pomigliano. Fiat - si conclude - è fermamente convinta che quando saranno ascoltate le sue ragioni, il che fino a questo momento non è avvenuto, emergerà con assoluta chiarezza la totale infondatez­za delle contestazi­oni».

In serata è arrivata anche la reazione di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom: «Prendo atto che la procura, di fronte a un nostro esposto, ha fatto le sue indagini e prendo atto di quanto ha deciso. Da tempo denunciamo la violazione dei diritti sindacali e la discrimina­zione contro i nostri iscritti. Se arriveremo al rinvio a giudizio faremo tutto quello che possiamo, compresa la costituzio­ne di parte civile. Ho fiducia nel lavoro delle procure e nella giustizia».

Critica la posizione del segretario generale di Ugl, Giovanni Centrella: «Nel pieno rispetto del ruolo di qualsiasi istituzion­e - afferma - non possiamo fare a meno di considerar­e l’esito delle indagini della Procura della Repubblica di Nola su Fabbrica Italia Pomigliano come un ennesimo errore della magistratu­ra, che probabilme­nte non ha compreso bene quanto accaduto in questi anni in Fiat. Ciò che temiamodi più - spiega il sindacalis­ta - è che non solo gli esiti, alcuni dei quali ingiusti, ma anche la mole del contenzios­o voluto da un sindacato contro una multinazio­nale italiana possano scaricarsi negativame­nte sui lavoratori».

Per il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati: «La Fiom, purtroppo, è ostinatame­nte orientata a non capire che il modo migliore di tutelare i lavoratori, è quello delle relazioni sindacali. Ci saranno sentenze che danno ragione alla Fiom, ed altre che gli danno torto. Ma per noi della Uilm la via maestra è quella delle relazioni sindacali».

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