Solidarietà sugli appalti da rivedere
Detengo azioni di una multinazionale belga conservate in deposito presso il suo dipartimento finanziario, che ogni anno bonifica i dividendi sul mio conto corrente italiano al netto della trattenuta del 25% operata dallo Stato belga. La circolare 26/E/2004 chiarisce che in base al decreto legislativo 344/2003, a partire dal 1˚gennaio 2004, per partecipazioni non qualificate, la ritenuta a titolo d’imposta si applica sull’importo dei dividendi al netto delle imposte applicate nello Stato estero dove il reddito è stato prodotto. In tutte le versioni di Unico a partire dal 2005 il quadro RM contiene istruzioni errate dando indicazione di indicare il reddito ottenuto al lordo di eventuali ritenute subite nello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto. Le Entrate, infatti, non hanno ancora provveduto a correggere le istruzioni di Unico inducendo sicuramente in errore molti contribuenti. Gli adempimenti connessi alla normativa sulla responsabilità solidale nei contratti di appalto e subappalto risultano oltremodo onerosi e rischiano di travalicare il progetto originario dello stesso legislatore. Infatti, pur nascendo da un presupposto condivisibile, quello di contrastare l’evasione, la norma rischia di sollevare una serie di conflitti di interessi tra gli operatori economici. Oltretutto, la mole di documentazione che sistematicamente dovrà essere scambiata tra le ditte appartenenti alla catena committente-appaltatore-subappaltatore, rappresenterà un altro caso di elefantiasi burocratica. Particolare questione si creerà relativamente alla differenza tra il contratto d’opera e l’appalto che la stessa circolare indica come criterio essenziale per discernere i casi di applicazione della norma da quelli di esclusione. Le norme civilistiche, in questa vicenda, si coniugano tristemente con le disposizioni fiscali. Questo accade perché le nozioni di appalto e contratto d’opera del nostro codice civile sono espressione di un precedente sistema economico che vedeva grandi imprese e complessi servizi associati a grandi ditte e piccole attività realizzate, invece, da imprese di modeste dimensioni. Adesso l’economia presenta anche situazioni dove piccoli e semplici servizi, distribuiti su un vasto territorio, vengono svolti da imprese di grandi dimensioni, ovviamente con l’impiego di mano d’opera dipendente. Alla luce dell’interpretazione fornita dall’agenzia delle Entrate, una ditta che si rivolge a un’impresa per la riparazione di una piccola crepa del parabrezza dell’autovettura aziendale, potrebbe pretendere autocertificazioni e documentazione fiscale prima di pagare il servizio. Non credo sia questa la via per apportare miglioramenti al nostro sistema sociale ed economico.