Piano di Zaleski per fermare le cessioni
La finanziaria Carlo Tassara chiede agli istituti creditori il congelamento degli incarichi sulle dismissioni degli asset italiani e la proroga della moratoria Il cda ha dato mandato a Modiano a trattare con le banche - Prossima settimana vertice decisiv
Entrano nel vivo le trattative tra la Carlo Tassara di Romain Zaleski e le banche creditrici per una nuova proroga del piano di rientro. Con due richieste da parte della società del finanziere franco polacco: far slittare di un anno, al 2014, l’accordo sulla moratoria del debito di 2,2 miliardi, ma soprattutto «congelare» per altri 12 mesi la clausola che prevede l’assegnazione del mandato esterno a vendere gli asset italiani a partire da giugno.
Martedì scorso, secondo quanto si apprende, c’è stato un consiglio di amministrazione della finanziaria con all’ordine del giorno la revisione del piano di rientro con le banche. Il board ha così dato mandato al numero uno Pietro Modiano di trovare con gli istituti creditori un accordo per spostare le scadenze di un anno, a dicembre 2014. Prossima settimana, subito dopo le festività di Pasqua, è così atteso il primo incontro formale con gli istituti. Una riunione che si prean- nuncia decisiva, non foss’altro perché a breve scatta il mandato «esterno» a vendere il ricco portafoglio partecipazioni italiane. Le banche creditrici avevano infatti imposto alla Tassara, nel maggio del 2011, l’adozione di una procedura di vendita automatica degli asset, in caso di de- bito superiore agli 1,25 miliardi a fine 2012. La vendita, da affidare a banche d’affari esterne, avrebbe dovuto riguardare prima le partecipazioni estere e poi quelle quotate italiane. Se per quelle estere (Eramet e Alior) tale clausola è già scattata, resta ancora qualche settimana per «bloccare» il mandato sugli asset italia- ni. Proprio il congelamento di questa ultima clausola è la richiesta chiave del piano che sarà sottoposto da Modiano alle banche creditrici.
Per la Tassara si tratta della terza proroga dell’accordo sulla moratoria del debito (in gergo standstill) firmato nel 2008. Senza contare che proprio il meccanismo dell’affidamento di mandati esterni a vendere era stato concepito dagli istituti con l’idea di non concedere nuovi slittamenti del piano alla finanziaria di Zaleski. Tuttavia la situazione dei mercati e la perdita di valore degli asset della società restano i principali indicatori su cui si basa la valutazione delle banche creditrici, decise a recuperare il più possibile dallo smobilizzo del portafoglio. Ecco perché l’impressione è che alla fine tale richiesta sarà nuovamente accettata dagli istituti. In ballo, del resto, ci sono più di due miliardi di crediti. Principale creditore della Carlo Tassara è Intesa Sanpaolo, esposta per 1,3 miliardi. Seguono in rapida successione Unicredit (520 milioni), Mps (200 milioni) e Ubi (150 milioni). A fronte di questi debiti la Carlo Tassara conta su un portafoglio partecipazioni che vede l’1,7% di Intesa, l’1,42% di Ubi Banca, il 2,5% di A2A, l’1,73% di Cattolica, lo 0,25% della Bpm, l’1,14% di Mps, lo 0,68% di Generali, l’1,17% di Mediobanca, il 19% di Mittel. Le partecipazioni estere sono invece rappresentate dal 12,8% del gruppo minerario francese Eramet, dal 35% della banca polacca Alior Bank e dal 7% di Comilog una miniera di manganese in Gabon. Proprio su Alior bank la finanziaria ha dato mandato alla banca svizzera Ubs per la cessione del 34% della banca polacca. L’advisor deve arrivare alla vendita della quota di controllo di Alior entro la fine dell’anno. Ci sarebbero già alcuni potenziali interessati all’acquisto di Alior. Tra questi, il gruppo austriaco Erste, già presente in forze nell’Europa centrale e nell’Est Europa.