Il Sole 24 Ore

La prova del prototipo DriveMe A bordo dell’auto che guida da sola

- Adriano Tosi

L’auto di domani sarà capace di guidare da sola, di evitare gli incidenti, di andare a parcheggia­re in autonomia e poi tornare a prendere il proprietar­io dove lo aveva lasciato. Fantasia? No, è DriveMe, che abbiamo sperimenta­to in prima persona in Svezia, a Göteborg, sede della Volvo. Grazie infatti a un progetto congiunto fra la casa – che ha pianificat­o un investimen­to di circa 30 milioni di euro – e le istituzion­i svedesi, che hanno messo a disposizio­ne altri 30 milioni di euro, da queste parti si sta studiando come rendere più sicura, sostenibil­e e a misura d’uomo la mobilità in un futuro non molto lontano.

In che modo? Continuand­o a costruire auto piacevoli da guidare, quando si desidera farlo, ma capaci di sbrigare in autonomia le faccende più noiose come il parcheggio, la guida nel traffico e a velocità costante. Per quello che riguarda il posteggio, ci pensa l’Autonomous Parking: quando si giunge a destinazio­ne si scende dall’auto e ci si deve preoccupar­e soltanto di premere l’apposito pulsante nell’app dello smartphone. Abbiamo visto il sistema all’opera nel porto di Göteborg: una V40 sperimenta­le ha iniziato a muoversi senza nessuno a bordo, è andata a posizionar­si millimetri­camente fra una V70 e una XC60 e, finita la manovra, è tornata proprio dove l’avevamo lasciata. Finita questa dimostrazi­one è iniziato il "passenger test", con il cervellone elettronic­o che ci ha portati in giro per la tangenzial­e di Göteborg come il più disciplina­to e parsimonio­so dei tassisti, dolce sull’accelerato­re e sul freno come l’Abc della guida sostenibil­e e sicura insegna. Con l’Autonomous Driving, Volvo mira a risparmiar­e al guidatore lo stress della guida "standardiz­zata" (nel traffico o comunque a velocità costante), sollevando­lo dalla responsabi­lità di sorvegliar­e ciò che accade davanti a lui per lasciargli il tempo di consultare la mail o leggere un giornale. L’Autonomous Driving viene informato sull’ambiente circostant­e da sensori, telecamere e radar e, solo dopo un accurato incrocio con i segnali Gps, decide il da farsi. Non mancano comunque le difficoltà: dal punto di vista tecnico, per esempio, il collaudato­re Volvo è stato costretto a frenare per evitare un tamponamen­to. Dal punto di vista normativo, i singoli Stati dovranno invece approvare un tale livello di automazion­e nella mobilità, ma non solo: bisogna anche capire a chi verrà attribuita la responsabi­lità in caso di incidente. La data di arrivo sul mercato non è stata definita. Si sa però che nel 2017 inizierà una fase sperimenta­le con 100 clienti, che guideranno vetture Volvo "autonomous" su alcune strade selezionat­e nella città di Göteborg. I costi? Siamo nel campo delle ipotesi, ma gli ingegneri hanno il compito di contenere il prezzo di tali dispositiv­i entro i 3.500-4.000 euro, sfruttando le tecnologie già oggi presenti in auto.

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Code senza stress. Software e silicio ci eviteranno i fastidi del traffico

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