Sconto Irpef, rinforzo per i nuclei con 3 figli e un solo reddito
La partita vera sulle correzioni al decreto Irpef si giocherà solo dopo la tornata elettorale europea. Oggi le commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che stanno esaminando il provvedimento in sede referente, provvederanno alla scrematura dei circa 800 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari facendo leva sullo strumento delle "ammissibilità". E, a meno di sorprese dell’ultim’ora, quella odierna dovrebbe essere l’unica seduta settimanale. Le votazioni sui ritocchi non cominceranno prima della prossima settimana con l’obiettivo di portare il testo in Aula a palazzo Madama tra il 3 e il 5 giugno. E l’esito delle elezioni europee potrebbe anche condizionare il destino di alcuni emendamenti.
Compreso quello, presentato da Ncd, per estendere il bonus Irpef anche alle famiglie numerose monoreddito. Un’operazione costosa e non in linea con i paletti fissati dal Governo nel blindare sostanzialmente il bonus da 80 euro. Ma nelle ultime ore la maggioranza che sostiene l’esecutivo ha cominciato a valutare un’ipotesi intermedia: estendere subito il bonus esclusivamente ai nuclei con almeno tre figli e un solo reddito. Un intervento che avrebbe qualche chance di successo anche per i costi non eccessivi: dai 50 ai 100 milioni.
Ma, oltre al reperimento delle risorse necessarie, restano altri due nodi da sciogliere: la possibilità di rendere dal 2015 questa misura strutturale e soprattutto l’assenso del Governo.
In ogni caso come ha già affermato Cecilia Guerra (Pd), uno dei relatori del provvedimento, appare quasi impossibile il ricorso a un vero e proprio quoziente familiare. La decisione sarà presa la prossima settimana. Come quella di avviare un restyling della spending review a carico degli enti locali. Che, sulla base dell’attuale versione del Dl, dovranno garantire almeno 700 milioni attraverso tagli agli acquisti di beni e servizi. I Comuni hanno chiesto un tavolo tecnico ad hoc al ministro Pier Carlo Padoan e premono sul Parlamento per rimodulare e attutire l’impatto della spending nei loro confronti. Un appello al quale non rimangono del tutto insensibili Pd e Ncd. Ma anche in questo caso resta da superare l’ostacolo delle risorse per ricalibrare il taglio.
Un’altra ipotesi che si sta valutando con particolare attenzione è la possibilità di recuperare, in parte o in toto, nel decreto Irpef le misure del Ddl sugli enti locali attualmente all’esame della Camera. Un provvedimento che è una costola del decreto "salva Roma" e che è già stato approvato in sede deliberante dalla commissione Bilancio del Senato. A Montecitorio però il testo non ha fatto passi in avanti. Di
LE POSSIBILI MODIFICHE Al Senato si valuta il ritocco alla «spending» sui Comuni e il repechage del Ddl enti locali. Oggi in Commissione la scrematura dei correttivi
qui l’idea di ripescare un parte delle misure che spaziano dalle agevolazioni per le aree colpite dal sisma del 2012 in Emilia, Veneto e Liguria e dal terremoto del 2009 in Abruzzo, alla stabilizzazione dei precari delle fondazioni liriche e alla leggera estensione del raggio d’azione della rottamazione delle cartelle Equitalia.
Ad annunciare il possibile répéchage è l’altro relatore al Senato del decreto Irpef, Antonio D’Alì (Ncd): si sta valutando se «recepire il provvedimento nella sua interezza, per le parti sulle quali non ci sia la contrarietà del Governo». Per la Guerra non sono da escludere aggiustamenti tecnici all’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Un’altra questione che sarà sicuramente affrontata è quella della Rai dalla quale, secondo l’attuale versione del testo, dovrebbero essere recuperate già quest’anno risorse per 150 milioni. Per il Pd, come ribadisce il capogruppo in commissione Bilancio Giorgio Santini, l’obiettivo resta, anche in linea con le indicazioni del Governo, di non snaturare il decreto e, se possibile, di stabilizzare ulteriormente il sistema di coperture.