Il Sole 24 Ore

I big Usa frenano la corsa verso la «periferia»

- Marco Valsania

Cautela e nervosismo, sull’Italia e sulla periferia europea, sono riaffiorat­i tra gli investitor­i americani. L’interrogat­ivo aperto è però se e quanto dureranno, se la frenata sarà un fenomeno passeggero o insinuerà dubbi più duraturi. Un interrogat­ivo che dipende da un catena di eventi: la fiducia nelle prossime mosse della Bce, lo stato della ripresa di economia e utili aziendali e chiariment­i nello scenario politico.

«Filtra sicurament­e maggior prudenza oggi tra gli investitor­i americani sull’Italia e la perife- ria europea – dice Allen Sinai, di Decision Economics –. E a mio avvio la partita che viene tenuta sotto osservazio­ne è anzitutto quella che si gioca alla Bce. La previsione è che la Banca centrale Europea allenti la politica monetaria ma che non si spinga per adesso fino a un vero e proprio Quantitati­ve ea-

I TEMI SOTTO LA LENTE Gli investitor­i statuniten­si sono in attesa di conoscere le mosse Bce, i dati economici e aziendali in Europa e l’esito delle elezioni

sing, che a mio avviso sarebbe invece necessario per sostenere davvero l’economia».

Mark Grant, consulente di grandi fondi e managing director presso Soutwest Security, da parte sua avverte che la corsa avvenuta in Italia e nella periferia europea è stata comunque eccessiva. «I rendimenti in Europa sono scesi a livelli così bassi, al confronto con quelli statuniten­si, che le istituzion­i globali stanno ora vendendo azioni e obbligazio­ni europee e comprerann­o bond e titoli azionari americani».

Grandi istituzion­i americane nel recente passato impegnate a investire in Italia, da BlackRock a T.Rowe Price e Legg Mason, non hanno in queste ore fatto sapere di aver modificato sostanzial­mente le loro strategie. E Sinai ritiene che probabilme­nte l’attuale pressione alle vendite sarà «questione di una settimana o due», lasciando in seguito spazio a nuove opportunit­à d’acquisto.

L’effetto, insomma, di una ricalibrat­ura di posizioni "overweight", di sovrappeso, sul Vecchio continente. Ma che lasci intatta, se non gli entusiasmi, la ragione di fondo di un atteggiame­nto positivo, un’economia comunque in migliora- mento. Scommette anche che la Borsa italiana saprà finire il 2014 con guadagni rilevanti rispetto all’inizio d’anno e che i rendimenti dei titoli di stato torneranno a scendere, seppur non ai recenti minimi.

L’economista e stratega di Decision Economics invita tuttavia a mantenere ciò che definisce come un «impegno cauto» in attesa di una Bce che giudica tuttora «behind the curve», in ritardo, e che considera la maggior incognita per gli investitor­i. E altri operatori temono che le tensioni e un ripensamen­to sui rischi possano anche trascinars­i se ci saranno sorprese ne- gative. Tra queste l’esito delle elezioni europee, in particolar­e per un Paese con un nuovo governo quale l’Italia. Oppure la performanc­e economica e delle imprese.

David Tan di JP Morgan, tra i fautori di un’accresciut­a esposizion­e nei primi mesi dell’anno alla periferia europea anzitutto nel debito sovrano, nel suo ultimo rapporto di ieri ha messo in evidenza la debolezza emersa nel primo trimestre dell’anno sia degli utili aziendali europei (con il 47% di società che ha battuto le attese rispetto alla media storica del 53%) che della ripresa nella periferia, Italia compresa. «Una reazione più impaziente dei mercati a ritardi nella crescita non può sorprender­e», ha scritto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy