Il Sole 24 Ore

Renzi e il possibile effetto «depressivo»

- Emilia Patta

Il Pil che a sorpresa, come certificat­o giovedì scorso dall’Istat, torna negativo (-0,1% nel primo trimestre rispetto al primo trimestre 2013 e -0,5% sull’anno). Ei mercati chea quattro giorni dalla fotografia «crescita zero» continuano a dare segnali di turbolenza e di sfiducia: se giovedì lo spread saliva di oltre venti punti a quota 176,5 e venerdì si assestava a 171,5, ieri la fatidica cifra è risalita a 180 mentre la Borsa chiudeva a meno 1,5%. Anche per Matteo Renzi, dopo due mesi di record positivo, lo spread sembra dunque tornare ad essere un problema, e proprio negli ultimi giorni di una campagna elettorale per molti versi decisiva. Lo scorso anno, nella campagna elettorale per le politiche che finì con la non vittoriadi Pier Luigi Bersani, l’andamento dello spread subì paradossal­mente un andamento inverso: stabilment­e sotto i 300 punti, fino ad arrivare ad un allora storico 270 proprio a ridosso del votodel 24e25 febbraio, mentre durante il governo Monti non si era mai scesi sotto i 300 (val la pena ricordare che Monti prese le redini di Palazzo Chigi proprio dopo il massimale storicorag­giunto dallo spread il 9novembre del 2011 con 575 punti).

Naturalmen­te lui, Renzi, continua a dirsi fiducioso: «Non sono preoccupat­o ma molto ottimista, c’è un clima crescente di speranza e fiducia». Ma certo l’economia in stallo da una parte e le inchieste giudiziari­e dall’altra preoccupan­o, e molto, Palazzo Chigi. Tutta acqua che rischia di finire nel mulino grillino. Come ammette un renziano come Paolo Gentiloni, ex margheriti­no, che di campagne elettorali ne ha viste e fatte molte: «Renzi ha giocato molto la sua campagna elettorale sull’alternativ­a tra la rabbia (Grillo) e la speranza (il Pd). E certo il combinato disposto tra qualche dato economico che può essere usato per dire che ci sono ben pochi motivi di speranza e qualche inchiesta che può essere usata per alimentare la rabbia nonaiuta... Credo che nei prossimi giorni Renzi puntellerà di più il lato rabbia, accentuand­o il suo tratto «rottamator­e». Ma tutto il Pd deve giocare la carta del voto utile». Maquanto pesano la gelata del Pil e le turbolenze dei mercati sul voto dei cittadini? Per Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, questi dati hanno certamente effetto ma noncosì a ridosso delle urne: occorre attendere 10-15 giorni prima che gli elettori metabolizz­ino le novità economiche. «Certo i cittadini hanno la netta percezione che l’economia non è migliorata in questi due mesi, chi stava male prima male sta ora – dice Noto –. Ma questo dato, per quanto riguarda Renzi e il Pd, è largamente compensato dall’attesa degli 80 euro in busta paga». Mette l’accento sugli 80 euro anche Alessandra Ghisleri, storica sondaggist­a vicina a Silvio Berlusconi: «Certamente il Pil e l’andamento dei mercati sono fondamenta­li per gli investitor­i e il mercato reale, ma per i cittadini gli effetti tangibili hanno maggiore influenza nel breve termine. Gli 80 euro pagano di più». Per Luca Comodo, di Ipsos, gli ultimi dati negativi potranno in realtà aumentare l’atteggiame­nto depressivo della parte più informata dell’elettorato: «Potrebbe ingrossars­i la zona grigia, quella del non voto – spiega –. Con un ragionamen­to del tipo "ecco, nonostamte gli sforzi tutto è inutile, non serve a niente"». Nicola Piepoli si dice invece convinto che sull’economia passerà l’informazio­ne del governo, ossia che con le misure messe in campo il Paese tornerà a crescere. «Il vero colpo alle spalle per Renzi e il Pd – dice Piepoli – ha la faccia di Primo Greganti. È dalla vicenda Expo che potrebbero esserci effetti ora non prevedibil­i sul voto».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy