Il Sole 24 Ore

Poteri a Cantone, il decreto legge dopo le Europee

- Marco Ludovico

Se ne parla dopo le elezioni europee. Poteri anticorruz­ione per l’Expo; decollo della commission­e presieduta da Raffaele Cantone; riforma della prescrizio­ne, introduzio­ne del reato di autoricicl­aggio e reintroduz­ione di quello di falso in bilancio.

Sono tutti obiettivi annunciati nell’agenda prossima del governo Renzi. Un puzzle complicato, però. Deve mettere insieme provvedime­nti ancora da scrivere, già scritti ma solo in bozza, testi ormai discussi in Parlamento. Articolati che toccano, peraltro, materie fragili sul piano tecnico e politico come, appunto, il falso in bilancio e l’autoricicl­aggio. Il testo a più alto e immediato impatto è un decreto legge che in vista dell’Expo, dopo l’esplosione del caso giudiziari­o, affida nuovi poteri in fase preventiva di controllo all’Anac (Autorità indipenden­te per la valutazion­e, la trasparenz­a e l’integrità delle amministra­zioni pubbliche), più nota come Anticorruz­ione. L’espression­e «poteri speciali» per il suo numero uno, Raffaele Cantone, è tutta da definire. E il «potere di revoca» sugli appalti già affidati sembra una suggestion­e tramontata senza indugi. Resta da vedere, piuttosto, il ruolo concreto di incisività e di deterrenza antitangen­ti che potrà essere e che sarà affidato all’Anac. Expo, dal canto suo, vorrebbe che un rappresent­ante Anac facesse parte delle commission­i di gara, anche per gli appalti banditi dalle altre società con delega di stazione appaltante, come Metropolit­ane Milanesi, Infrastrut­ture Lombarde e - ormai è prossima a questa configuraz­ione - Fiera di Milano. Se ne discuterà. Lo stesso Cantone, ieri, ha sottolinea­to di essere sul provvedime­nto in arrivo «assolutame­nte ottimista». In realtà per l’Anticorruz­ione non deve sfuggire una necessità di base, ancora irrisolta, che prescinde dall’Expo. Va ancora nominata, infatti, la squadra di Cantone, cioè i quattro commissari, due donne e due uomini come dice la legge. A palazzo Chigi sono giunti oltre 200 curriculum di ogni genere ma è già stata definita una short- list di una trentina di nominativi. Poi, dall’elenco ristretto, il governo - su proposta del ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia - dovrà decidere. Non solo sulla base di competenze e appartenen­ze di genere ma anche secondo un criterio politico, visto che occorre la maggioranz­a dei due terzi per l’ok in Parlamento ai nomi indica- ti. E far quadrare tutti gli equilibri non sarà semplice. Altrettant­o complicato sarà mettere ordine tra i vari disegni di legge e bozze sui temi della giustizia e della stessa corruzione, come il Ddl ora all’esame del Senato. Un provvedime­nto, quest’ultimo, dove il relatore è Nico D’Ascola (Ncd), chiamato come avvocato a difendere l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, ora agli arresti.

Il governo, peraltro, con i dicasteri Interno e Giustizia aveva già messo a punto un disegno di legge in materia di lotta alla mafia e beni confiscati (si veda il Sole 24 Ore del 6 maggio scorso). Il testo, in particolar­e, introduce per la prima volta dopo anni e anni di dibattito il reato di autoriclag­gio, voluto con forza da Renzi, dal ministro Andrea Orlando e dal vicepresid­ente di Confindust­ria Ivan Lo Bello. Ma per

LA SQUADRA Da individuar­e i 4 nomi da affiancare al commissari­o. Palazzo Chigi ha selezionat­o una short list di 30 profili tra i 200 curriculum arrivati

una serie di indugi e incertezze quel Ddl non è stato portato finora all’ok di palazzo Chigi. In un prossimo «pacchetto giustizia», dopo le elezioni europee e sempre che lo consentano le condizioni politiche, dovrebbero rientrare autoricicl­aggio e falso in bilancio, quest’ultimo con l’ok già espresso di Angelino Alfano non solo come ministro dell’Interno ma anche come numero uno di Ncd. Molto più complessa la partita sul riordino dei tempi della prescrizio­ne nei processi penali, tutta da giocare sul piano politico e tutta da verificare sui tempi di partenza, decollo e atterraggi­o. Bisognerà vedere poi dove sarà collocata la parte antimafia del Ddl ora in bozza e fermo negli uffici ministeria­li. Il testo inasprisce le pene per l’associazio­ne a delinquere di stampo mafioso e oltre all’autoricicl­aggio - punito con pene fino a sei anni di carcere - interviene anche sull’Anbsc, l’agenzia nazionale beni sequestrat­i e confiscati alla criminalit­à organizzat­i. L’Agenzia è priva di guida da oltre due mesi, quando ha lasciato per limiti di età il prefetto Giuseppe Caruso. Il ministro dell’Interno dovrebbe portare a breve alcune nomine al Consiglio dei ministri. Ma non sembra proprio che ci sia l’accordo con Renzi sul nome del prefetto che sostituirà Caruso.

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