Slitta al 7 luglio il processo per frode fiscale
È stato rinviato al 7 luglio l’avvio del processo su una presunta frode fiscale operata dal gruppo Riva per 52 milioni. Il procedimento doveva iniziare ieri ma il giudice della prima sezione penale cui era stato assegnato si é astenuto, per un possibile conflitto di interessi con uno studio legale che ha svolto un ruolo di consulenza nella vicenda. Il processo è stato così affidato a un altro giudice. Gli imputati sono Mario Turco Liveri, coinvolto in qualità di responsabile finanziario del gruppo Riva, Agostino Alberti, componente del cda e responsabile fi- scale e Angelo Mormina, per l’incarico avuto in qualità di managing director di Deutsche Bank (filiale di Londra). Era stato rinviato a giudizio anche Emilio Riva, in qualità di rappresentante legale e firmatario della dichiarazione fiscale della società consolidante Riva Fire spa, nonché di rappresentante legale e firmatario della dichiarazione fiscale della società consolidata Ilva spa, ma l’ex presidente del gruppo é deceduto nelle scorse settimane. L’accusa nei confronti degli imputati è la violazione dell’articolo 3 della legge 74/2000, che punisce (da 18 mesi a 6 anni) chi, al fi- ne di evadere le imposte sui redditi, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei a ostacolarne l’accertamento, indica elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi. In questo caso, l’accusa è avere «creato» elementi passivi fittizi per poter poi pagare meno tasse.
Nel dettaglio, per l’accusa, «al fine di evadere le imposte sui red- diti, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei a ostacolarne l’accertamento (consistenti nella contabilizzazione di un’operazione apparentemente aleatoria ma in realtà artatamente programmata)», gli imputati «ponevano in essere una complessa operazione di finanza strutturata, all’unico scopo di consentire alla consolidata Ilva spa l’abbattimento del reddito mediante l’utilizzazione di elementi passivi fittizi per 158.979.433 euro e conseguentemente per la consolidante Riva Fire spa , una pari riduzione della base imponibile e un’evasione di imposta Ires pari a 52.463.213 euro», come riportato nel capo di imputazione. Per la procura di Milano, sarebbe quindi stata «organizzata e pianificata un’articolata serie di contratti, tutti economicamente collegati tra loro».