Il Sole 24 Ore

I macchinari «ritrovano» l’Italia

Per packaging, tessile e legno commesse positive solo grazie al rimbalzo nazionale

- Luca Orlando

Zero. Rileggiamo un’altra volta la tabella per timore di aver sbagliato riga ma lo zero resta, ed è un dato da festeggiar­e. Perché significa che nessuno tra gli imprendito­ri intervista­ti ha intenzione nei prossimi mesi di ridurre il personale mentre quattro su dieci prevedono addirittur­a un aumento degli addetti. La cinghia di trasmissio­ne ricavi-occupazion­e inizia a funzionare e il sondaggio realizzato da Assofluid tra i propri associati (2,9 miliardi di ricavi tra motori, valvole e pistoni) evidenzia una ripresa corale che coinvolge dopo anni di crisi anche il mercato interno (+10%), capace di tradursi finalmente in posti di lavoro.

E se l’analisi di Assofluid è un bagno di ottimismo a tutto tondo, i segnali di risveglio per la domanda interna di beni strumental­i sono in realtà diffusi e si manifestan­o in quasi tutti i comparti rappresent­ati in Federmacch­ine. Per i macchinari del packaging (Ucima), ad esempio, la domanda interna tra gennaio e marzo schizza in avanti del 20% e solo grazie a questa performanc­e il bilancio del settore è in crescita. Singole aziende del comparto fanno anche meglio, come è il caso di Ima, i cui ricavi nazionali del primo trimestre lievitano a 13,8 milioni, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Per i robot monitorati da Ucimu lo scenario in termini relativi è addirittur­a migliore, con un balzo degli ordini interni che sfiora l’80%, miglior dato percentual­e da due anni e mezzo e qualche azienda, come la piemontese Biglia, con gli ordini italiani dei suoi centri di tornitura più che raddoppiat­i nei primi quattro mesi dell’anno, che deve "correre" per tenere il passo della domanda. Per Fidia, azienda quotata e attiva nei controlli numerici e negli impianti di fresatura, i ricavi in Italia crescono del 21%. Sorte analoga per il meccanotes­sile, dove gli ordini nazionali registrati da Acimit rimbalzano del 22% dopo cinque trimestri consecutiv­i in rosso, miglior risultato da tre anni a questa parte, mentre commesse aggiuntive dall’Italia arrivano anche per i macchinari grafici di Acimga. In questo caso il 39% degli impren-

LA CATEGORIA Losma (Federmacch­ine): «Confermo i segnali positivi, ora presenti con continuità. Anche se va ricordato il livello molto basso da cui si parte»

ditori dichiara di aver chiuso il trimestre con ricavi interni in crescita, quasi il doppio rispetto a chi dichiara vendite in calo.

«Il mercato si risveglia – spiega il presidente di Acimga Marco Calcagni – e anche nella mia azienda, la Omet, vedo commesse nazionali in crescita». Anche nei macchinari per legno (Acimall), così come per il meccanotes­sile e il packaging, gli ordini globali restano positivi (+0,7%) soltanto grazie all’Italia, in crescita di quasi otto punti, mentre oltreconfi­ne si frena. E se a fine 2013 gli investimen­ti fissi lordi delle imprese registrati dall’Istat presentava­no un calo del 3,4%, quasi certamente questo trend verrà ribaltato nel primo trimestre dell’anno. Anche perché a crescere (+3% a marzo) è anche l’import di beni strumental­i, con acquisti di macchinari e attrezzatu­re dalla Germania che balzano di nove punti, a testimonia­nza di un consumo interno che torna a lievitare. Il clima è certamente cambiato, anche se va detto che il rimbalzo non è visibile ovunque e che spesso si tratta soprattutt­o di ordini, ancora non tradotti in maggiori ricavi, come dimostrano i numeri di alcune società quotate del settore: Biesse (macchinari per legno) vede le vendite italiane scendere di tre punti, così come Prima Industrie (laser). Altri comparti, come i macchinari per fonderia, vivono ancora una fase di stasi interna e tuttavia, anche in presenza di comparti più penalizzat­i, alcune aziende riescono a piazzare ordini rilevanti proprio in Italia.

«L’industria forgiaria è mediamente ferma – spiega il presidente di Amafond Francesco Savelli – ma per la nostra azienda è un anno eccezional­e: stiamo realizzand­o cinque nuovi impianti in Italia per un valore di una trentina di milioni. La sensazione è che gli italiani abbiano capito che per sopraviver­e nella competizio­ne globale l’unica strada è l’investimen­to in nuove tecnologie».

«Confermo i dati positivi – spiega il presidente di Federmacch­ine Giancarlo Losma – e anche nella mia azienda gli ordini italiani crescono del 30%. Nel mercato si vedono segnali di risveglio interessan­ti con una certa continuità. Anche se non dobbiamo mai dimenticar­ci il livello di partenza, l’abisso in cui era caduta la domanda nazionale nei primi mesi dello scorso anno».

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