Rinnovabili frenate da fisco e burocrazia
Italia baciata dal sole. Pronto a regalarci, fosse per lui, il probabile primato mondiale della competitività dell’energia fotovoltaica. Einvece no. Agonfiare i costi della nostra energia solare, a tal punto da renderla menocompetitiva di quella della Germania, paesenotoriamente più pallido, è un gruppo di vecchieconoscenze: la burocrazia, il fisco ele difficoltà di accesso al credito. Sono qui, e non nel ridimensionamento degli incentivi, i veri freni.
A scandagliare i mali delle nostre rinnovabili è l'ultimo rapporto Althesys-Irex, che sarà presentato oggi in un convegno nelle sale della Camera. Con la conferma del nostro paese rimane in Europa quello con i costi di installazione più alti. E l’altolà si fa davvero imbarazzante se ci confrontiamo appunto con la Germania: nei costi complessivi di allestimento degli impianti paghiamo una penalizzazione di circa il 15% per il fotovoltaico e addirittura del 40% per l’eolico, con «circa il 60% del gap dovuto a fisco e burocrazia» rimarca Alessandro Marangoni, il docente della Bocconi che guida gli analisti di Althesys.
Dal confronto tra le componenti di costo (LCOE) del fotovoltaico e dell’eolico tra i due paesi «emerge in particolare - fa notare Marangoni - il peso delle voci relative a Permitting e progettazione, ovvero alla burocrazia, e Property tax, cioè il fisco». E la stima del divario è oltretutto prudenziale, visto che «le tasse censite non comprendono quelle sul reddito, ad esempio la Robin Tax» che renderebbero il divario «ancora più pesante».
I warning non finiscono qui. Come se la caverà nei prossimi anni il nostro sistema elettrico? Benino per la sicurezza, decisamente male per le prospettive economiche e industriali del settore. È nota la sovracapacità delle nostre centrali, determinata dal boom degli anni post-liberalizzazione e all’avanzata super-incentivata delle energie rinnovabili, con i noti effetti negativi sui prezzi finali dell’energia. Ed ecco la diagnosi degli analisti di Altheys: anche con l’auspicabile ripresa economica non ci sarà spazio, almeno fino al 2020, né alla co-
LA DIAGNOSI L’eolico, ma anche il solare, meno redditizi rispetto alla Germania a causa degli extracosti strutturali e non del calo degli incentivi
struzione né alla programmazione di nuove centrali termoelettriche tradizionali. Il messaggio si traduce in un warning anche per le pressanti richieste dei proprietari e gestori delle centrali tradizionali sul "capacity payment", e cioè la remunerazione degli impianti da tenere a riserva per bilanciare il sistema. «Il capacity payment - avverte Marangoni - deve essere ben mirato, privilegiandogli impianti più efficienti. Non può risolversi in un salvataggio di centrali elettriche frutto di investimenti sbagliati».