Il Sole 24 Ore

Deroga: sbloccati 400 milioni

Da luglio nuovi criteri: potrebbero rientrare apprendist­i e somministr­ati

- Claudio Tucci C.Cas.

Il governo si impegna a chiudere le pendenze 2013 di cassa e mobilità in deroga. A breve è previsto lo sblocco di altri 400 milioni, che arrivano dal rimanente miliardo di finanziame­nto dei sussidi in deroga 2014 già previsto a legislazio­ne vigente. A questi fondi dovrebbero aggiungers­i altri residui degli anni precedenti e ulteriori risorse Pac, il Piano di azione e coesione, accantonat­e dalle regioni dell’Obiettivo Convergenz­a (è in corso la verifica di queste disponibil­ità). Si confida anche nel tiraggio, cioè l’uso effettivo degli ammortizza­tori, di solito intorno al 50% delle ore autorizzat­e.

Nei prossimi giorni il ministero del Lavoro emanerà una circolare per consentire alle regioni di trasmetter­e all’Inps i decreti di autorizzaz­ione dei sussidi in deroga 2013. Poi ci sarà il decreto di riparto dei 400 milioni (più, eventualme­nte, tutti gli altri resi- dui che verranno recuperati) e se non ci saranno sorprese per fine giugno potrebbero iniziare i pagamenti (in alcune regioni i lavoratori sono in attesa da ottobre-novembre).

Vasco Errani ha sollecitat­o il ministro Poletti a chiudere in fretta la partita, per poi concentrar­si sulla questione risorse 2014. Dopo questi nuovi finanziame­nti a cassa e mobilità in deroga (già a gennaio erano stati sbloccati altri 400 milioni) restano nelle casse dello Stato poco più di 600 milioni per coprire l’anno in corso. Una cifra giudicata insufficie­nte dalle regioni, dice il coordinato­re degli assessori regionali al Lavoro, Gianfranco Simoncini. Nel 2013 sono stati già spesi 2,5 miliardi. E quest’anno la crisi non sembra allentare la morsa: «In Veneto - sottolinea l’assessore regionale all’Istruzione e Lavoro, Elena Donazzan - abbiamo 56 tavoli di crisi aziendali aperti al Mise, e ol- tre 20mila imprese hanno licenziato. Senza considerar­e l’emergenza esodati su cui stiamo sollecitan­do da tempo il governo a trovare risorse e soluzioni».

Di pari passo con il nodo finanziari­o (2013 e 2014) il governo dovrebbe varare (si parla di metà giugno) il decreto di riordino di cassa e mobilità in deroga, con i nuovi e più stringenti criteri di concession­e per evitare abusi (di solito è la mobilità in deroga a essere usata impropriam­ente, specie in Calabria, Puglia e Basilicata). Una bozza di decreto è stata varata dal precedente esecutivo e già mandata in parlamento dove ha acquisito i pareri delle commission­i Lavoro. Da quanto si apprende il testo che verrà emanato nei prossimi giorni dovrebbe ricalcare la bozza esistente. Ma ci sarebbero alcune novità: non verrebbero più esclusi dal trattament­o in deroga gli apprendist­i e i lavoratori somministr­ati (sugli studi pro- fessionali è in corso una riflession­e). Nei pareri delle commission­i Lavoro di Camera e Senato si chiedono anche altri correttivi. In particolar­e, di "ammorbidir­e" il requisito di anzianità lavorativa presso l’impresa (la bozza di decreto richiede 12 mesi, attualment­e sono sufficient­i 90 giornate lavorative). E poi, tra le causali di concession­e dell’ammortizza­tore, si sollecita di ammettere alla prestazion­e in deroga la parte dell’impresa che prosegue l’attività (escludendo invece dal beneficio la parte aziendale cessata). Su questi punti bisognerà però convincere il ministro Poletti. Nelle intenzioni del governo i nuovi criteri di concession­e di cassa e mobilità in deroga dovrebbero entrare in vigore da luglio. Fino a tale data le regioni verrebbero comunque autorizzat­e a firmare decreti sui sussidi in deroga, ma nei limiti di massimo sei mesi. cialmente più deboli in Italia.

Le banche intanto, come è emerso ieri al Forum, continuano ad affrontare la crisi con cambiament­i nelle aree di business e nell’organizzaz­ione delle risorse umane, coinvolgen­do tutte le fasce di età. Le strategie relative alla gestione del personale hanno assunto un livello di più elevata complessit­à, sia per il quadro regolatori­o, sia per la necessità di adeguare le profession­alità all’evoluzione del mercato: le riforme pensionist­iche, i mutati scenari demografic­i e le esigenze economiche del mercato hanno modificato la vita lavorativa, ponendo le imprese di fronte a sfide inedite e ad esperienze innovative.

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