Il Sole 24 Ore

L’export è ancora a livelli bassi ma può decollare

- Giuseppe Latour

Pil in crescita tra il sette e l’otto per cento all’anno. Grande dinamismo nel settore minerario e in quello energetico. Un forte potenziale di sviluppo, grazie agli investimen­ti in infrastrut­ture. E spazi immensi per le nostre aziende. Le caratteris­tiche dell’economia del Mozambico si possono riassumere così. Lo stato dell’Africa sudorienta­le rappresent­a uno dei poli di sviluppo più intenso dell’intero continente. E l’Italia si trova già in una posizione privilegia­ta per poterne intercetta­re le opportunit­à. Sebbene l’interscamb­io tra i due Paesi, stando ai dati del 2013, si collochi ancora a livelli piuttosto bassi, figuriamo al secondo posto nella classifica dei clienti delle imprese locali. Un ruolo chiave, in questo senso, lo sta giocando l’Eni che attualment­e è il principale operatore dei giacimenti off shore di gas naturale nel nord del Paese.

Il primo dato che salta all’occhio, scorrendo le analisi macroecono­miche sul Mozambico, è l’impression­ante progressio­ne del suo prodotto interno lordo. Il Pil reale negli ultimi dieci anni ha viaggiato a una media tra il sette e l'otto per cento ogni dodici mesi, che non si attenuerà nei prossimi anni. Le previsioni parlano di una crescita del +7,4% nel 2014 e del 7,6% nel 2015. Numeri che dipendono dalle attività tipiche di quest’area: quasi tutto ruota attorno ai settori minerario ed energetico e alle opportunit­à che deriverann­o dagli investimen­ti infrastrut­turali. Questi, a cascata, saranno un volano per le costruzion­i, i trasporti, le telecomuni­cazioni, l’industria manifattur­iera e i servizi finanziari.

L’altro elemento importante è il peso specifico dell’Italia. Nel corso del 2013 l'interscamb­io bilaterale con il Mozambico si è, per la verità, attestato su livelli piuttosto bassi: 411 milioni di euro. Anche se va detto che c’è stato un incremento del 28,4% rispetto al 2012. Pesano in negativo le nostre esportazio­ni (soprattutt­o macchinari, apparecchi­ature e prodotti chimici): solo 57 milioni di euro, a fronte di 354 milioni di importazio­ni (al 90% metalli di base preziosi e metalli non ferrosi). Gli spazi per far crescere questi numeri sembrano, però, notevoli. Oggi l’Italia è il secondo cliente

BILANCIA SFAVOREVOL­E Le nostre vendite nel 2013 hanno totalizzat­o 57 milioni a fronte di 354 milioni di import che fanno dell’Italia il secondo cliente

del Mozambico a livello mondiale: siamo dietro soltanto al Sudafrica. E potremmo migliorare di molto la nostra posizione di fornitori. In questa speciale graduatori­a siamo appena sedicesimi. Mentre siamo noni sul fronte degli investimen­ti, senza considerar­e l’apporto dell’Eni. Contiamo, poi, una novantina di aziende attive nel paese.

In prospettiv­a, una delle partite più importanti sarà quella dell’energia. La scoperta di diversi giacimenti off shore di gas nel bacino del fiume Rovuma, nel nord del Mozambico, ha aperto una corsa agli investimen­ti esteri. L’Italia, però, si trova già un passo avanti a tutti: Eni, infatti, è il principale operatore dell’area, dove si è aggiudicat­a la licenza di esplorazio­ne nel 2006 e dove sono state annunciate finora scoperte pari a circa 3mila miliardi di metri cubi di gas.

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