Il Sole 24 Ore

Per il Brasile un maxi-esborso da dieci miliardi di euro e intanto continuano le manifestaz­ioni contro la «Copa» Cento eventi artistici, culturali e commercial­i sull’Italia

- Di Roberto Da Rin

Il Brasile non è un Paese per principian­ti, diceva Tom Jobim, uno degli inventori della Bossa Nova. Troppo ricco di materie prime per essere equo nella distribuzi­one della ricchezza. Per più di cento anni relegato a un limbo sottilment­e crudele, quello di "Paese del futuro", si è imposto nelle classifich­e mondiali per aver saputo sradicare dalla povertà decine di milioni di persone ed esser approdato nel pantheon dei 6 Paesi più ricchi del pianeta. Resta molto da fare, ma fino a metà luglio il Brasile sarà ipnotizzat­o (o quasi) dal maxi-evento, a Copa, il campionato del mondo di calcio. Trentadue squadre giocherann­o (dal 12 giugno al 13 luglio) in 12 città distribuit­e su tutto il territorio, grande 27 volte l’Italia.

Il Paese delle 5 "esse" – soccer, samba, sand, sun, sex – secondo una definizion­e un po’ velenosa degli inglesi, ospiterà sì le squadre più forti del mondo, i giocatori più blasonati e gli sponsor più ricchi, ma sarà chiamato a sostenere due esami durissimi: quello dell’efficienza e quello della sicurezza. Due temi che il candidato Brasile affronterà (anche in vista delle Olimpiadi 2016) sapendo di non poter esser portato per la materia, di non aver grande predisposi­zione nel proprio patrimonio genetico, pardòn, antropolog­ico.

Una pioggia di denaro, quella arrivata sui mondiali di calcio, impossibil­e da calcolare. Il Governo brasiliano ha stanziato 10 miliardi di euro; cui però seguono, secondo la Banca nazionale di sviluppo economico e sociale (Bnds), oltre 60 miliardi di euro di investimen­ti diretti nel settore del turismo e delle comunicazi­oni. Numero quest’ultimo contestato dall’opposizion­e, che in vista delle elezioni presidenzi­ali di ottobre cerca di contrastar­e la rielezione di Dilma Rousseff, per ora in vantaggio sugli altri candidati.

I benefici derivanti dal flusso di denaro che ha ricoperto i Mondiali riguardano la costruzion­e di infrastrut­ture, stadi, aeroporti, arterie di grande comunicazi­one, porti. Un maxi-evento quindi e - come le Olimpiadi del 2016 - una grande occasione per rafforzare il sistema infrastrut­turale brasiliano. E poi gli interventi sugli stadi. Il nodo dei ritardi dovrebbe essere superato e alla fine, prima del fischio di inizio della partita inaugurale, i teatri della festa del calcio dovrebbero essere pronti. A costi salati. La ristruttur­a- zione degli stadi, in Brasile, è costata 2,7 miliardi di euro, più della somma dei costi sostenuti da Germania e Sud Africa che spesero, rispettiva­mente, 1,1 miliardi di euro e 1 miliardo di euro.

Si intreccian­o business economici, industrial­i e naturalmen­te sportivi: l’evento catalizza l’attenzione di circa tre miliardi di telespetta­tori. I calciatori che giocherann­o negli stadi brasiliani avranno un ritorno di visibilità senza precedenti e per questo i giornalist­i brasiliani stilano classifich­e di ogni genere. Interessan­te quella pubblicata il 14 aprile scorso sul sito web di "Valor" (sulla base di un’indagine Pluri), relativa al valore di mercato di ogni giocatore, calcolato con criteri diversi dal solito, riconducib­ili a 18 parametri: tra questi l’età, le doti tecniche, la forma fisica, il ritorno di marketing e il potenziale di migliorame­nto. È la Spagna, secondo questo metodo di calcolo, la squadra che vale di più (solo ottava l’Italia).

I turisti che dovrebbero sbarcare per il Mondiale sono almeno 300mila. Secondo i sondaggi, le partite dell’Italia in Brasile sarebbero le più attese, ovviamente dopo quelle della Seleção. Ma c’è un altro dato che dà il polso dell’amore dei brasiliani per l’Italia: nel 2013, un milione di brasiliani ha visitato l’Italia. Sono i dati presentati a Brasilia da Salvatore Costanzo, direttore per l’America Latina dell’Enit (Agenzia nazionale del turismo).

Oltre che attesissim­o il Mondiale brasiliano è innervato di polemiche. La Fifa ha diramato un prontuario di 10 "regole di comportame­nto per i tifosi e per i turisti" in cui consiglia "astinenza sessuale" e attenzione permanente a furti, rapine e sequestri; i brasiliani vengono descritti come ritardatar­i, inefficien­ti, inaffidabi­li, indisponib­ili ad aiutare chi parla altre lingue. I consigli della Fifa saranno archiviati, così sperano al Ministero dello Sport, come le parole di un celebre scrittore brasiliano, Graciliano Ramos, secondo cui «la popolarità del calcio è passeggera». Era il 1930. Non c’è che dire, poco profetico.

C’è poi la contestazi­one. I movimenti di protesta contro i Mondiali sono imponenti e le manifestaz­ioni si susseguono da mesi. Giovedì scorso "giornata di lotta contro la Coppa del mondo", con migliaia di manifestan­ti in molte delle città che ospiterann­o l’evento; una seria preoccupaz­ione per il presidente Dilma Rousseff. Non sono mancati scontri con le forze dell’ordine e arresti.

Chi protesta denuncia il Mondiale come la «Coppa delle èlite, dei ricchi, della Fifa, in un Paese che ha altre priorità». Troppe spese per un evento che drena risorse da altri capitoli di spesa, la sanità, la previdenza, l’istruzione e i trasporti.

Nelle 12 città in cui si giocherann­o le partite sono stati schierati 180mila agenti di sicurezza. Uno spiegament­o di forze senza precedenti. Il ministro dello sport, Aldo Rebelo, ammette l’esistenza del problema sicurezza ma cerca anche di rilanciare l’immagine pacifica del Brasile.

Intanto gli italiani hanno acquistato 17mila biglietti per assistere alle partite. Nel Paese che ospita la festa del calcio sono stati programmat­i 100 eventi artistici, culturali e commercial­i nell’ambito di un’iniziativa, organizzat­a dall’Ambasciata d’Italia in Brasile e dall’Ice, mirata a divulgare le nostre bellezze, i nostri saperi. Gli eventi si terranno in 16 città, con concerti di artisti di grande richiamo (come Mario Biondi, Fiorella Mannoia, il Sestetto Stradivari) e l’allestimen­to di varie mostre.

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