Il Sole 24 Ore

L’incognita mondiale

- Dario Ricci

Anche il gioco impostato dal cittì è pensato per le caratteris­tiche di questo Mondiale: possesso palla e centrocamp­o "manovriero", capace di dettare il ritmo e ottimizzar­e gli sforzi. Basterà per vincere? Per giocarsela sì. Per far festa al Maracanã bisognerà chieder spazio al Brasile di Neymar, o alla Spagna campione in carica e due volte consecutiv­e regina d’Europa, o all’Argentina di Messi, o alla Germania che non sbaglia (quasi) mai certi appuntamen­ti. Poi c’è l’Olanda finalista in Sudafrica nel 2010 e outsider come Belgio, Colombia, Francia e il Portogallo di Cristiano Ronaldo.

Team e campioni che dovranno conquistar­si la ribalta facendosi largo tra le contraddiz­ioni di questo Mondiale, nel Paese delle dure proteste già iniziate lo scorso anno durante la Confederat­ions. Un Mondiale pensato per le tv ma che presenterà difficoltà logistiche enormi; un possibile ponte verso il futuro, ma in vista del quale l’Ente brasiliano per l’energia elettrica ha preannunci­ato che almeno 4 dei 12 stadi della rassegna sono a rischio black-out, e che in almeno 6 la rete Internet non funzionerà. Intanto il Cio già trema nel vedere i ritardi accumulati da Rio de Janeiro in vista delle Olimpiadi del 2016. Più che un Mondiale, quindi, per il Brasile sarà un esame di maturità, da passare a tutti i costi.

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