Il Sole 24 Ore

SOTTRATTI I COSTI DEI PANNELLI

- Marco Valsania

Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra allo spionaggio industrial­e della Cina. Cinque ufficiali delle forze armate di Pechino sono stati accusati dal governo americano - con tanto di nomi, cognomi e manifesti sui quali campeggia la scritta "Wanted", Ricercato - di spionaggio informatic­o ai danni di aziende e settori industrial­i strategici, dal furto di progetti per impianti nucleari a dati su pannelli solari fino allo "hacking" di un sindacato critico delle politiche commercial­i cinesi. Un’azione senza precedenti del Dipartimen­to della Giustizia a carico di dipendenti di uno stato straniero per pirateria cibernetic­a che, se non potrà avere ripercussi­oni legali con l’estradizio­ne degli incriminat­i, rappresent­a una brusca escalation del confronto-scontro tra la superpoten­za americana e la nuova potenza di Pechino.

Il ministro della Giustizia Eric Holder ha messo in chiaro

LA REAZIONE Sono cinque gli agenti «ricercati» dall’Fbi La replica cinese: falsità Sospeso il China-Us Cyber Working Group

Nel 2012, quando gli Usa iniziarono le procedure antidumpin­g sul solare cinese, Wen e un’altra persona avrebbero rubato migliaia di file con informazio­ni sulla situazione di cassa di Solar World, sulle linee di produzione e i costi oltre a comunicazi­oni con avvocati relative alle dispute commercial­i in atto l’importanza attribuita dall’amministra­zione di Barack Obama al caso: «Lo spettro dei segreti commercial­i compromess­i e di delicate informazio­ni di business rubate è significat­ivo e richiede una risposta aggressiva. Il successo sui mercato glo- bale deve dipendere dall’abilità delle aziende di innovare e competere, non da quella dei governi sponsor di spiare». Il responsabi­le dell’inchiesta per l’Fbi, Robert Anderson, ha incalzato affermando che questa sarà d’ora in avanti «la nuova normalità», una scelta che spianerà la strada a ulteriori accuse. La replica cinese è stata immediata e

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