La leva risale sopra il del 3%
Alla fine hanno dovuto capitolare. Arrendersi alla pressione del mercato e degli osservatori che temevano da tempo quella leva finanziaria esasperata che è il marchio tipico di Deutsche Bank fin dall’inizio della crisi finanziaria. Essere tedeschi non è evidentemente bastato in questi anni a rassicurare pienamente il mercato.
Il capitale era troppo basso
Quando hai un capitale di base di soli 35 miliardi e un patrimonio netto tangibile di 40 miliardi che sostiene un attivo di bilancio di ben1.600miliardi, pensaredi essere immuni da eventuali tempeste dei mercati è quanto meno puerile. Basterebbe, infatti, una svalutazioneimprevista di qualche punto percentuale di quell’attivo per azzerare il capitale. E non è un caso che il Core Tier 1 sia ancora sotto il 10%, esattamenteal 9,5% in flessione sul primo trimestre del 2013.
Ecosì eccolo servito quel maxiaumento di capitale per il colosso bancario tedesco. Otto miliardi in più, ben oltre i 5 miliardi ventilati solo fino a qualche giorno addietro. Segno che la messa in sicurezza vuole essere definitiva e tacitare ogni incertezza. Quell’incertezza che non a caso tiene bloccato il titolo in Borsa da molto tempo.
Il valore dell’azione Deutsche Bank (oggi a 30 euro) è la metà del prezzo toccato nel marzodel 2010. Da allora una lenta discesa con la sogliadei40euro, abbandonataormai da tre anni e mai più ripresa. Con le borse, e il Dax tedesco in particolare, ai suoi massimi storici, la depressione sul listino della Deutsche è un segno inequivocabile della cautela e della sfiducia del mercato.
L’effetto diluitivo
Ora si faranno i conti con le ripercussioni della maxi-ricapitalizzazione della prima banca continentale europea.
Quegli 8 miliardi pesano eccome. Con una capitalizzazione di mercato di poco più di 31 miliardi, valgono un quarto dell’intero valore di borsa dell’istituto di Francoforte. L’impatto sarà fortemente diluitivo sugli utili per azione dei prossimi tre anni.
Gli analisti di Credit Suisse valutano un taglio dei profitti per azione del 25-26% per il prossimo triennio.
Non deve stupire quindi la reazionedel mercatodi ieri che ha penalizzato il titolo anche perchè le nuove azioni saranno offerte con uno sconto. L’operazione avrà vantaggi sul medio termine so- prattuttoper il fatto cheil maxi-aumentoda 8miliardi farà finalmente valicare a Deutsche Bank il tetto (ritenuto essenziale) del 3% nel suo leverage ratio, cioè il rapporto tra capitale e attivo totale di bilancio. Per gli analisti salirà al 3,3% già nel 2014 per poistabilizzarsi sopra il 4% negli anni dal 2015 al 2016. Placate le ansie del mercato, DeutscheBankdovrà provarea recuperare redditività. Nel primo trimestre dell’anno gli indicatori di conto economico sono scesi rispetto a un anno prima: i ricavi di un miliardo secco (-10%) e l’utile pretasse è crollato del 30% a quota 1,68 miliardi. Equesto coni mercati finanziari non certo fiacchi e tradendo la consuetudine di una prima parte dell’anno in genere molto robusta per Deutsche Ba k. Ma il vero nodo che rimane sul tavolo èche l’aumento di capitale sterilizza solo in parte la montagna di derivati e titoli illiquidi che stanno in pancia al colosso bancario tedesco. Le cosiddette attività di livello 3, cioè i titoli illiquidi valevano nel 2013 ancora 30 miliardi, mentre i derivati attivi valevano a metà dell’anno scorso oltre 600 miliardi, cioè più di un terzo di tutto il bilancio. Una nuova tempesta sui mercati avrebbe effetti pesanti sui conti della banca.