Il Sole 24 Ore

Cinque casi finiscono dal «pm» della Curia Vaticano, più operazioni sospette

- Carlo Marroni

Forte aumento delle segnalazio­ni di transazion­i sospette in Vaticano: lo scorso anno sono state 202 contro le 6 del 2012. Di queste cinque segnalazio­ni sono state inoltrate al Promotore di Giustizia del Vaticano, il magistrato inquirente competente, per ulteriori indagini. I dati sono stati comunicati ieri dall’Autorità di informazio­ne finanziari­a (Aif), l’ente nato nel 2011 a seguito della prima riforma economica targata Benedetto XVI che nel corso degli ultimi anni è stata al centro di scontri all’interno della Curia e alla quale Papa Francesco ha conferito ampi poteri di vigilanza. I dati sono stati presentati dal direttore generale dell’Aif, l’avvocato svizzero Renè Brülhart. Il numero delle dichiarazi­oni di trasporto transfront­aliero di denaro contante o di titoli al portatore tra Vaticano e Italia in quantità superiore ai diecimila euro è diminuito nel 2013, come già nel 2012, arrivando a 1.557 dichiarazi­oni in uscita (erano state 1.782 nel 2012) e 550 in entrata (598 nel 2012). Nel primo trimestre del 2014 l'authority ha condotto attraverso, Ernst & Young, la prima ispezione ordinaria "in situ" dello Ior «per verificare la messa in opera delle misure stabilite per prevenire e impedire il riciclaggi­o di denaro e il finanziame­nto del terrorismo». Il dg tuttavia ha glissato su molte questioni sollevate durante la conferenza stampa, sia sulla natura delle cinque operazioni sia su quanto emerso da un’indagine della

STIPENDI OLTRETEVER­E «No comment» del direttore dell’Aif (ente di controllo), lo svizzero Rene Brülhart, sul suo stipendio, indicato in 35mila euro al mese.

magistratu­ra italiana riguardo al conto del vescovo emerito di Siena Bonicelli, vicenda che coinvolge altre due persone. A Brülhart è stato poi chiesto se risponde a vero che il suo stipendio sarebbe di 30mila euro mensili più cinquemila di rimborsi: «Nessun commento, sono questioni personali» ha risposto, e lo stesso ha fatto alla domanda sul perchè il suo sti- pendio non risultereb­be a bilancio dell’Aif e che invece sarebbe inquadrato come un consulente della Segreteria di Stato, organismo vigilato dall’Aif (no comment anche sugli incarichi in società finanziari­e svizzere). Poi la governance: lo scorso gennaio si è dimesso a sorpresa il cardinale Attilio Nicora (ieri risultava ancora nel sito www.aif.va) al termine di un periodo che avrebbe visto uno scontro tra Brülhart e lo stesso Nicora, che lamentava assenza di informazio­ni sull’attività dell’ente, appoggiato in questo dai cinque membri del consiglio, che avevano scritto una dura lettera al Segretario di Stato Pietro Parolin. Anche su questo tema nessun commento. E sui rapporti con Banca d’Italia - con la quale è stato firmato l’anno scorso un accordo ma che per ora non prodotto il riavvio delle relazioni finanziari­e Italia-Vaticano - un commento diplomatic­o: «Non direi che da parte nostra manchi qualcosa, noi continuiam­o sulla strada della cooperazio­ne e da parte nostra andremo avanti su questo percorso».

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