Il Sole 24 Ore

In Europa cade ogni limite alle vendite di riserve auree

Ma la Bce e 20 banche assicurano: nessun piano per cederle

- Sissi Bellomo @SissiBello­mo

Con le vendite di riserve auree ormai da anni prosciugat­e, erano in molti a ritenere che fosse diventato superfluo. Ma il Central Bank Gold Agreement (Cbga) non verrà meno. Le banche centrali europee hanno deciso di rinnovarlo fino al 2019, sia pure con una differenza non trascurabi­le rispetto al passato: stavolta non viene imposto alcun tetto alle vendite di oro dai forzieri ufficiali.

La quarta edizione del Central Bank Gold Agreement (Cbga), in vigore per 5 anni a partire dal 27 settembre, ha lasciato perplesso qualche analista. «È un rinnovo senza rinnovo – ironizza Matthew Turner di Macquarie – Senza limiti al- le vendite non ha molto senso».

Il linguaggio­utilizzato dalla Banca centrale europea nello stringatis­simo comunicato diffuso ieri ha comunquera­ssicurato moltiosser­vatori. Nonsolo si ribadisce la consueta formulasec­ondo cui «l’oro rimaneunim­portante elemento delle riserve monetarie globali», ma i firmatari – la stessa Bce e altre 20 banche centrali (Eurozona più Svizzera e Svezia) – promettono di «continuare­a coordinare le transazion­i in oro per evitare disturbi al mercato» eaffermano di «nonavere al momento alcun piano di vendere quantità significat­ive di oro».

Parole che hanno suscitato una reazione entusiasta da parte del World Gold Council, organizza- zione di riferiment­o dei produttori auriferi, per cui persino la rimozione dei limiti alle vendite è da interpreta­re in chiave positiva, perché «fornisce un chiaro segnale che le vendite di oro sono state sostanzial­mente completate».

Se il primo Cbga, nel 1999, era nato in reazione alle ingenti e improvvise vendite decise dalla Gran Bretagna e da altri Paesi – che avevano fatto crollare il prezzo dell’oro sotto 300 dollari per oncia – ormai da anni il settore ufficiale ha smesso in effetti di rappresent­are una minaccia per il mercato. A livello globale le banche centrali sono addirittur­a diventate acquirenti nette dal 2010. Inoltre, a 4 mesi dalla scadenza, i firmatari dell’ultimo Cbga hanno ceduto appena 23,5 tonnellate rispetto alle 2mila consentite e quasi tutte per coniare monete d’oro.

L’assenzadi vincoli potrebbe anche non significar­e nulla nel breve periodo. Ma schiude comunque scenari incerti per il futuro. Le banche centrali che aderiscono al Cbga possiedono oggi 11.945 tonnellate di oro, il 37% delle riserve auree mondiali equasi il 7% di tutto il metallo che sia mai stato estratto.

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