Spinto dal calo delle scorte e da ricoperture cinesi Rame ai massimi da tre mesi
Il rame si è spinto ai massimi da 3 mesi al London Metal Exchange (6.954 $/tonnellata), dopo che forti ricoperture cinesi la settimana scorsa avevano fatto superare la nuova linea di resistenza tecnica, posta a 6.900-6.920 $. L’azione ha sorpreso gli speculatori esposti in vendita alla borsa di Shanghai e ha causato una pressione sulle scadenze vicine, con la quotazione maggio arrivata a superare di 180 $ quella di giugno ( backwardation). Con l’esaurirsi delle ricoperture la tensione si sta allentando, ma è possibile che il fenomeno si ripeta tra poco tra le scadenze di giugno e luglio. Il rame e gli altri metalli hanno nel frattempo sofferto della brusca caduta del nickel, che si è tuttavia presto rivelata come correzione: all’Lme ieri c’è stata una risalita del 5,5% a 20.100 $/tonn.
Anche sulla borsa londinese il rame resta in backwardation, per il continuo calo delle giacenze di catodi nei magazzini ufficiali. Le statistiche sulle scorte ieri non sono state pubblicate a causa di un problema tecnico, ma da tempo sono molto basse, con un calo ulte- riore del 5% la scorsa settimana che le ha portate complessivamente sotto 300mila tonnellate, di cui 186mila all’Lme, 97mila allo Shanghai Futures Exchange e appena 15mila al Comex di New York. Le scarse giacenze spingono all’insù i prezzi per consegna vicina a Londra, con poca influenza sulle scadenze lontane poiché le potenziali forniture costituite dalle grandi scorte nei magazzini doganali cinesi fungono da contrappeso sugli umori del mercato.
Tutto ciò – acquisti cinesi e calo delle giacenze Lme – do- vrebbe essere interpretato come effetto della domanda al consumo e quindi come un segno di stabilità di fondo: i prezzi, non solo del rame ma anche di altri metalli, starebbero formando una base da cui muoversi al rialzo nei prossimi mesi. La situazione macro economica globale, nonostante la pubblicazione qualche giorno fa di alcuni Pil europei negativi, dovrebbe rimanere di supporto. Questo almeno è il parere di Standard Bank che rimane in genere positiva per la seconda parte dell’anno.
Starebbero invece tornando a posizionarsi al ribasso i fondi d’investimento cinesi, dopo aver chiuso circa la metà delle posizioni alla vendita nella recente fase di rialzo dei prezzi.