Il Sole 24 Ore

Privatizza­te con pensioni «anticipate»

- Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone

L’esodo dei lavoratori anziani previsto dall’articolo 4 della legge 92/12 allarga i suoi confini e si estende anche ai soggetti iscritti alla Gestione dei dipendenti pubblici.

La possibilit­à di far ricorso al meccanismo introdotto dalla riforma Fornero, come precisato dalla circolare 63/2014 dell’Inps diffusa ieri, non riguarda i lavoratori del settore pubblico in senso stretto (esclusi dalle disposizio­ni della legge 92/12 fino all’armonizzaz­ione della relativa disciplina) ma si rivolge ai dipendenti di aziende private – un tempo pubbliche amministra­zioni – che, al momento in cui l’ente ha perso le caratteris­tiche pubbliche, hanno potuto esercitare l’opzione per mantenere l’iscrizione alle casse pensioni della Gestione dipendenti pubblici.

Non cambiano le regole di accesso. La cornice normativa – finalizzat­a a condurre alla quiescenza alcune categorie di lavoratori vicini al pensioname­nto – è quella tracciata nei primi 7 commi dell’articolo 4 della legge 92/2012. Il sistema si applica solo a lavoratori di aziende con forza occupazion­ale mediamente superiore a 15 dipendenti.

Il meccanismo, che prevede un coinvolgim­ento triangolar­e (azienda-Inps-lavoratori), è semplice: l’azienda si fa carico del complesso somme che, attraverso l’Inps vengono erogate ai lavoratori fino alla pensione vera e propria (isopension­e), sia del relativo costo contributi­vo (contribuzi­one correlata), utile a garantire ai lavoratori la copertura pensionist­ica fino al raggiungim­ento del diritto all’assegno di quiescenza definitivo.

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