Privatizzate con pensioni «anticipate»
L’esodo dei lavoratori anziani previsto dall’articolo 4 della legge 92/12 allarga i suoi confini e si estende anche ai soggetti iscritti alla Gestione dei dipendenti pubblici.
La possibilità di far ricorso al meccanismo introdotto dalla riforma Fornero, come precisato dalla circolare 63/2014 dell’Inps diffusa ieri, non riguarda i lavoratori del settore pubblico in senso stretto (esclusi dalle disposizioni della legge 92/12 fino all’armonizzazione della relativa disciplina) ma si rivolge ai dipendenti di aziende private – un tempo pubbliche amministrazioni – che, al momento in cui l’ente ha perso le caratteristiche pubbliche, hanno potuto esercitare l’opzione per mantenere l’iscrizione alle casse pensioni della Gestione dipendenti pubblici.
Non cambiano le regole di accesso. La cornice normativa – finalizzata a condurre alla quiescenza alcune categorie di lavoratori vicini al pensionamento – è quella tracciata nei primi 7 commi dell’articolo 4 della legge 92/2012. Il sistema si applica solo a lavoratori di aziende con forza occupazionale mediamente superiore a 15 dipendenti.
Il meccanismo, che prevede un coinvolgimento triangolare (azienda-Inps-lavoratori), è semplice: l’azienda si fa carico del complesso somme che, attraverso l’Inps vengono erogate ai lavoratori fino alla pensione vera e propria (isopensione), sia del relativo costo contributivo (contribuzione correlata), utile a garantire ai lavoratori la copertura pensionistica fino al raggiungimento del diritto all’assegno di quiescenza definitivo.