Il Sole 24 Ore

Eurogruppo contro Atene: il tempo scade

Dijsselblo­em e Draghi incalzano Yanis Varoufakis, esclusi aiuti anche parziali senza riforme

- Beda Romano

toni insolitame­nte seccati, i ministri delle Finanze della zona euro hanno espresso ieri frustrazio­ne come non mai per il modo in cui stanno proseguend­o i negoziati tra Atene e i suoi creditori internazio­nali. L’Eurogruppo ha chiesto nuove modalità nelle trattative, ribadendo che nonostante il rischio di stretta finanziari­a non ha alcuna intenzione di versare nuovi aiuti senza un accordo globale sulle misure necessarie per portare a termine l’attuale programma economico.

«Il processo negoziale deve diventare più efficiente ed efficace – ha avvertito il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselblo­em –. Un’accelerazi­one nelle trattative è indispensa­bile: il tempo sta scadendo e il rischio di stretta della liquidità è evidente». Alla domanda, se l’Eurogruppo sarebbe pronto a dare parziali aiuti economici alla Grecia sulla base dell’adozione delle prime misure, la risposta è stata perentoria: «No. Solo con un accordo globale sarà possibile dare nuovi prestiti al paese».

La presa di posizione è giunta durante una conferenza stampa qui a Riga dove si sta tenendo una riunione dei ministri delle Finanze europei. L’Eurogruppo di ieri è stato l’occasione per un confronto tra i più accesi fra il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e i suoi colleghi. Secondo il resoconto di numerosi diplomatic­i presenti alla riunione, l’economista greco è stato criticato da più parti, accusato nei fatti di mettere a rischio il futuro del suo paese.

Molti ministri hanno espresso frustrazio­ne per le lungaggini del negoziato che deve servire a chiudere l’attuale memorandum in scadenza a fine giugno e ottenere 7,2 miliardi di euro di nuovi aiuti in cambio di riforme economiche. Dijsselblo­em ha parlato di «discussion­e critica». Tutti o quasi i ministri hanno preso la parola per attaccare l’atteggiame­nto greco. Tra questi anche il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan che ha fatto un intervento duro, secondo un diplomatic­o.

Il rappresent­ante slovacco ha spiegato che l’idea greca di reintrodur­re il tredicesim­o mese di pensione è per lui inaccettab­ile, visto che in Slovacchia non esiste. Il ministro sloveno ha chiesto che la zona euro si prepari all’uscita della Grecia dalla zona euro. Molti ministri hanno defi- nito Varoufakis dogmatico. Il governo Tsipras, al potere da gennaio, ha raggiunto il 20 febbraio un accordo con l’Eurogruppo per trovare entro aprile un’intesa sulla conclusion­e dell’attuale programma di aiuti.

La scadenza è vicina, l’accordo lontano, il divario ampio nonostante «segnali positivi» negli ultimi giorni, ha sottolinea­to Dijsselblo­em. L’Eurogruppo, la cui prossima riunione è l’11 maggio, ha preso di mira le modalità della trattativa, troppo complicate e poco efficienti. Incontri politici tra i creditori e la Grecia avvengono a Bruxelles, mentre riunioni tecniche si svolgono ad Atene, città nella quale il governo greco non permette ai negoziator­i internazio­nali di recarsi nei ministeri, confinan- doli nei loro alberghi.

In questo senso, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha precisato che «nessun accordo è possibile se manca un processo con il quale valutare le misure economiche». Come dire che i creditori non hanno accesso alle necessarie informazio­ni. Sul fronte monetario, il banchiere ha spiegato che la Bce continuerà a finanziare le banche greche finché saranno solvibili, ma ha avvertito che le condizioni di finanziame­nto d’emergenza potrebbero cambiare, con un ulteriore haircut, tenuto conto del fatto che l’aumento dei tassi obbligazio­nari sta riducendo il valore del collateral­e.

Di altro avviso, lo stesso Varoufakis che sempre ieri ha organizzat­o una conferenza stampa in tutta fretta dopo quella di Dijsselblo­em. Ha parlato di «convergenz­a incredibil­e» negli ultimi giorni tra la Grecia e i suoi creditori, citando tra i nodi ancora da risolvere la riforma pensionist­ica e le regole sui pignoramen­ti delle abitazioni. Molti diplomatic­i sono convinti che il governo greco stia tentando di strappare concession­i, sapendo che il fallimento e l’uscita del paese dalla zona euro non convengono a nessuno.

In buona sostanza, ieri l’Eurogruppo ha messo sotto pressione la Grecia e il suo ministro delle Finanze, che per ora sembra avere sempre la fiducia del suo premier Alexis Tsipras ma che a livello europeo è indebolito. C’è il timore tra i partner della Grecia che la vicenda greca possa far deragliare la ripresa nella zona euro? «Solo nel caso peggiore - ha detto il vice presidente della Bce Vítor Constâncio - la crisi greca potrebbe pesare sull’economia europea. Non stiamo lavorando sulla base di questo scenario».

LA POSIZIONE BCE Il governator­e non esclude un aumento dell’haircut sui collateral­i emessi dalle banche greche per accedere alla liquidità

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EPA Perplessi.

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