L’uomo di Tsipras sfiduciato dai Diciotto
«Dilettante, perditempo e avventuriero». Con queste parole incendiarie dette dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem e rivolte al ministro greco Yanis Varoufakis si è consumata a Riga una delle giornate più convulse e caotiche della storia europea. Una brutta giornata che concludeva una settimana inconcludente sul fronte greco e ha ratificato l’isolamento di Atene in un momento molto difficile della sua situazione finanziaria.
E pensare che la mattina era nata sotto i migliori auspici. «Gli attuali disaccordi con i nostri partner non sono affatto incolmabili», aveva postato all’alba nel suo blog il ministro Varoufakis, in un intervento intitolato “Un nuovo piano per la Grecia”. Con questo augurio il ministro greco aveva cominciato la giornata più lunga della sua ancora breve esperienza da responsabile delle Finanze del Governo Tsipras.
Dopo tre ore di colloqui con i 18 partner dell’Eurozona al vertice di Riga però erano uscite parole dure e senza precedenti per un incontro solitamente ovattato e diplomatico.
Secondo una fonte anonima vicina alle discussioni riportata da Bloomberg al vertice informale di Riga, in Lettonia, l’olandese Dijsselbloem avrebbe affermato che Varoufakis nella gestione della trattative ha tenuto una linea «irresponsabile».
Parole durissime a cui si è associata una vivace discussione con il ministro della Slovenia che aveva chiesto di cominciare a studiare un piano B per la Grecia. Una evidente provocazione a cui Varoufakis non si è sottratto rispondendo per le rime definendo la proposta «indegna» e il collega «un antieuropeo». Dijsselbloem, che è anche ministro delle Finanze dell’Olanda e ritenuto tra i sostenitori della linea intransigente verso la Grecia, per parte sua, in conferenza stampa, si è limitato ad ammettere che la discussione è stata «contrastata», cercando di attenuare i gravi danni di immagine per l’Eurogruppo.
Varoufakis nel suo blog aveva attaccato la logica dei salvataggi alla Grecia finora fatti dalla troika con misure di austerità ma «senza ristrutturazione del debito» ed investimenti, un approccio che «finora è fallito».
«Il governo greco - ha aggiunto Varoufakis - si oppone fermamente alla richiesta avanzata da tutte le istituzioni di un taglio immediato alle pensioni, in particolare a quelle secondarie». «Il nostro governo non è assolutamente dogmatico - ha aggiunto - siamo interessati a identificare un processo che porterà a una conclusione positiva e a un accordo vantaggioso». Ma «comprendiamo bene - ha concluso - che quella europea è una famiglia che ha bisogno di superare le sue differenze in modo collegiale».
Varuofakis, in realtà, continua a mettere in discussione l’impianto degli interventi europei chiedendo che siano meno punitivi sul fronte delle misure sociali e più incisivi sulla riduzione del fardello del debito che ha rag-
RIMPASTO? La linea dura rischia di portare le trattative su un binario morto e il premier potrebbe essere costretto a sostituire Varoufakis