Fitch conferma il rating all’Italia
Pil debole a +0,6% nel 2015 e 1% nel 2016 - Il Paese è più stabile, un’opportunità per le riforme
L’agenzia Fitch conferma il rating BBB+ per l’Italia. L’outlook è stabile: lo stesso voto in pagella, con il medesimo outlook, viene confermato anche alla Spagna. La meno arcigna delle “tre sorelle americane” non nasconde che attualmente la crescita dell’economia italiana è debole. Tuttavia, osserva, gli ultimi dati lasciano invariata la valutazione già fornita nella seconda revisione del 2014 in base alla quale si riteneva che il nostro paese riuscirà finalmente a uscire da una profonda e protaratta recessione nel 2015. Fitch tiene in debito conto il fatto che la ripresa sarà sostenuta da una combinazione di fattori positivi come una politica monetaria straordinariamente espansiva , un euro più debole e il rafforzamento della fiducia e prezzi più bassi per il petrolio. Tuttavia , osserva, una previsione di crescita dello 0,6 per cento per l’anno in corso e dell’uno per cento nel 2016 è debole in rapporto agli altri membri dell’eurozona e attualmente il livello del prodotto interno lordo è vicino al valore del 2000, circa il 9% al di sotto del picco raggiunto nel 2008. Inoltre Fitch prevede che il debito pubblico italiano raggiunga il 133% quest’anno e rimanga al di sopra del 120 per cento fino al 2020, lasciando in tal modo l’Italia esposta a shock avversi . L’agenzia di rating resta inoltre cauta sui benefici potenziali delle riforme strutturali realizzate e continua ad assumere che la crescita potenziale del nostro paese non supererà l’uno per cento nel medio periodo. Viene però riconosciuto all’Italia il forte atout rappresentato dalla stabilità politica. «La rapida elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica in febbraio - si osserva nel comunicato - indica che il premier Matteo Renzi ha rafforzato la sua posizione e che le prospettive di stabilità politica in Italia sono migliorate. È un’opportunità per il governo per continuare sulle riforme istituzionali e strutturali».
Il centro studi Prometeia vede più in rosa di Fitch per l’Italia, al netto delle nubi all’orizzonte create dalla crisi greca. Infatti, sottolinea che, partita in sordina, nel secondo e nel terzo trimestre la ripresa diventerà robusta, grazie anche all’Expo che da solo vale lo 0,2% di Pil: per questo, nel suo ultimo rapporto, presentato ieri a Bologna, il think tank bolognese conferma la sua stima di crescita a +0,7% per il 2015 e rivede al rialzo la dinamica dell’attività produttiva nei prossimi due anni stimando un +1,6% nel 2016 e un +1,4% nel 2017. Successivamente tra il 2018 e il 2022 l’economia dovrebbe tornare a crescere con regolarità a un ritmo dell’1,2%, sempre leggermente inferiore alla media Ue (1,4%).
A trainare la crescita, secondo il centro studi bolognese, sarà l’export, come sempre. Ma giocheranno un ruolo anche i consumi (quest’anno la spesa delle famiglie dovrebbe crescere dell’1 per cento) aiutati da una politica di bilancio non più restrittiva oltre che dalla caduta del prezzo del petrolio che sostiene i redditi reali. Anche prometeia Dall’anno prossimo dovrebbero ripartire anche gli investimenti in macchinari e quelli in costruzioni: questi ultimi dovrebbero finalmente tornare positivi nel 2016 dopo ben nove anni di caduta.
Quanto alla finanza pubblica, l’attenuazione degli oneri per il debito pubblico (consentita dal Qe) che per tre anni sarebbe inferiore di 1,3 punti percentuali al livello del 2012 permetterà di rispettare più agevolmente i vincoli esterni.Quest’anno, però, osserva il rapporto, le misure di sgravio della legge di stabilità 2015 troveranno copertura solo parziale e l’aumento di disavanzo netto sarà di circa 10 miliardi, contro i 6 miliardi indicati dal governo. Il quadro sostanzialmente positivo contiene un solo fattore di rischio e questo rischio si chiama Grecia.
OUTLOOK STABILE Per l’agenzia il rating resta BBB+ con outlook stabile, mentre il debito pubblico raggiungerà il 133% ques’anno e rimarrà sopra il 120% fino al 2020