«Tesoretto», in pole nuclei e over55 senza lavoro
e contrasto alla povertà con un occhio attento ai capofamiglia mono-reddito con figli minori e agli over 55 usciti dal mercato del lavoro. Al momento resterebbero queste le ipotesi più gettonate sul tavolo di Palazzo Chigi per l’uso del tesoretto “previsionale” da 1,6 miliardi indicato dallo stesso esecutivo nel Mef. Ma sotto la lente ci sono anche due opzioni alternative. A cominciare dal ricorso a un intervento che rappresenti una sorta di antipasto del reddito minimo di cittadinanza da rendere poi eventualmente operativo con la legge di stabilità. La seconda opzione è quella di misure ad hoc per gli incapienti (sotto la soglia degli 8mila euro di reddito) che a tutt’oggi non beneficiano degli 80 euro.
Una prima valutazione sui destinatari del bonus-Def e sulla ri- partizione delle risorse sarà fatta a Palazzo Chigi la prossima settimana. Anche perché l’obiettivo resta quello di varare un decreto a metà del mese di maggio, che si concluderà con la tornata parziale di regionali e amministrative, con la mission, nelle intenzioni di Mat- teo Renzi, di dare ulteriore linfa alla ripresa. Un decreto con misure una tantum che dovrà però fare i conti con un tesoretto, derivante dallo scarto di 0,1 punti di Pil tra il deficit tendenziale e quello “programmatico” stimati dal Governo per quest’anno), che potrà essere considerato tale soltanto in autunno quando il Ddl di assestamento assorbirà le stime definitive (confermate o ritoccate) del quadro macroeconomico. Di qui la necessità di prevedere una copertura a tempo. Che Palazzo Chigi non vorrebbe però modulata su tagli lineari ai ministeri.
Anche per questo motivo dovrebbe prevalere la scelta del ricorso momentaneo a risorse già accantonate in bilancio, come citato espressamente nella risoluzione di maggioranza al Def approvata da Camera e Senato. Risorse da vincolare probabilmente a una clausola di salvaguardia per non mettere in allarme Bruxelles. Un dispositivo tampone in attesa “dell’assestamento”, contro il quale si è scagliata l’opposizione. E ieri anche la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha detto che parlare di tesoretto, e cioè di 1,6 mi- liardi, trovati nelle pieghe del Def, è qualcosa di «surreale».
Quanto alla ripartizione del bonus il quadro non è ancora chiaro. Nel Governo c’è chi ha fatto riferimento, come nei giorni scorsi il viceministro all’Economia Enrico Morando, all’estensione del bonus degli 80 euro agli incapienti totali. Non manca chi guarda con favore a un primo assaggio di reddito minimo. Ma tra le ipotesi più gettonate restano quelle di indirizzare le risorse su contrasto alla povertà, agendo sugli strumenti già previsti dal Jobs act, e attuazione della “Buona scuola” sulla falsariga di quanto indicato la scorsa settimana dal responsabile economico del Pd, Filippo Taddei.
Sul versante della scuola una fetta del tesoretto potrebbe essere utilizzato non tanto per finanziare il maxi-piano di stabilizzazione di 100.701 docenti precari quanto per rafforzare i fondi per premiare gli insegnanti meritevoli e l’alternanza. Oggi il Ddl Buona Scuola stanzia 200 milioni per introdurre un po’ di merito nelle progressioni economiche dei docenti. Secondo i primi calcoli verrebbe premiato appena il 5% degli insegnanti. Con nuovi fondi una tantum il segnale diventerebbe più forte. Come anche sull’alternanza scuola-lavoro per la quale al momento è previsto uno stanziamento di soli 100 milioni. Alcune risorse potrebbero essere destinate anche all’edilizia scolastica rafforzando le misure già adottate.
Sul terreno del contrasto alla povertà, tra le opzioni c’è quella di rafforzare l’Asdi, il nuovo assegno di disoccupazione previsto dal 1° maggio dal decreto legislativo di riordino degli ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro, e avendo esaurito l’Aspi si trova in una condizione economica di bisogno. L’Asdi, attualmente, è coperto da 200 milioni quest’anno e 200 milioni nel 2016. Con un risorse la misura diventerebbe più efficace.
COPERTURA A TEMPO Clausola di salvaguardia in attesa dell’assestamento di bilancio. Tra le opzioni per il Dl anche scuola, reddito minimo e incapienti