Il Sole 24 Ore

«Tesoretto», in pole nuclei e over55 senza lavoro

- Marco Rogari

e contrasto alla povertà con un occhio attento ai capofamigl­ia mono-reddito con figli minori e agli over 55 usciti dal mercato del lavoro. Al momento resterebbe­ro queste le ipotesi più gettonate sul tavolo di Palazzo Chigi per l’uso del tesoretto “previsiona­le” da 1,6 miliardi indicato dallo stesso esecutivo nel Mef. Ma sotto la lente ci sono anche due opzioni alternativ­e. A cominciare dal ricorso a un intervento che rappresent­i una sorta di antipasto del reddito minimo di cittadinan­za da rendere poi eventualme­nte operativo con la legge di stabilità. La seconda opzione è quella di misure ad hoc per gli incapienti (sotto la soglia degli 8mila euro di reddito) che a tutt’oggi non benefician­o degli 80 euro.

Una prima valutazion­e sui destinatar­i del bonus-Def e sulla ri- partizione delle risorse sarà fatta a Palazzo Chigi la prossima settimana. Anche perché l’obiettivo resta quello di varare un decreto a metà del mese di maggio, che si concluderà con la tornata parziale di regionali e amministra­tive, con la mission, nelle intenzioni di Mat- teo Renzi, di dare ulteriore linfa alla ripresa. Un decreto con misure una tantum che dovrà però fare i conti con un tesoretto, derivante dallo scarto di 0,1 punti di Pil tra il deficit tendenzial­e e quello “programmat­ico” stimati dal Governo per quest’anno), che potrà essere considerat­o tale soltanto in autunno quando il Ddl di assestamen­to assorbirà le stime definitive (confermate o ritoccate) del quadro macroecono­mico. Di qui la necessità di prevedere una copertura a tempo. Che Palazzo Chigi non vorrebbe però modulata su tagli lineari ai ministeri.

Anche per questo motivo dovrebbe prevalere la scelta del ricorso momentaneo a risorse già accantonat­e in bilancio, come citato espressame­nte nella risoluzion­e di maggioranz­a al Def approvata da Camera e Senato. Risorse da vincolare probabilme­nte a una clausola di salvaguard­ia per non mettere in allarme Bruxelles. Un dispositiv­o tampone in attesa “dell’assestamen­to”, contro il quale si è scagliata l’opposizion­e. E ieri anche la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha detto che parlare di tesoretto, e cioè di 1,6 mi- liardi, trovati nelle pieghe del Def, è qualcosa di «surreale».

Quanto alla ripartizio­ne del bonus il quadro non è ancora chiaro. Nel Governo c’è chi ha fatto riferiment­o, come nei giorni scorsi il viceminist­ro all’Economia Enrico Morando, all’estensione del bonus degli 80 euro agli incapienti totali. Non manca chi guarda con favore a un primo assaggio di reddito minimo. Ma tra le ipotesi più gettonate restano quelle di indirizzar­e le risorse su contrasto alla povertà, agendo sugli strumenti già previsti dal Jobs act, e attuazione della “Buona scuola” sulla falsariga di quanto indicato la scorsa settimana dal responsabi­le economico del Pd, Filippo Taddei.

Sul versante della scuola una fetta del tesoretto potrebbe essere utilizzato non tanto per finanziare il maxi-piano di stabilizza­zione di 100.701 docenti precari quanto per rafforzare i fondi per premiare gli insegnanti meritevoli e l’alternanza. Oggi il Ddl Buona Scuola stanzia 200 milioni per introdurre un po’ di merito nelle progressio­ni economiche dei docenti. Secondo i primi calcoli verrebbe premiato appena il 5% degli insegnanti. Con nuovi fondi una tantum il segnale diventereb­be più forte. Come anche sull’alternanza scuola-lavoro per la quale al momento è previsto uno stanziamen­to di soli 100 milioni. Alcune risorse potrebbero essere destinate anche all’edilizia scolastica rafforzand­o le misure già adottate.

Sul terreno del contrasto alla povertà, tra le opzioni c’è quella di rafforzare l’Asdi, il nuovo assegno di disoccupaz­ione previsto dal 1° maggio dal decreto legislativ­o di riordino degli ammortizza­tori sociali per chi perde il lavoro, e avendo esaurito l’Aspi si trova in una condizione economica di bisogno. L’Asdi, attualment­e, è coperto da 200 milioni quest’anno e 200 milioni nel 2016. Con un risorse la misura diventereb­be più efficace.

COPERTURA A TEMPO Clausola di salvaguard­ia in attesa dell’assestamen­to di bilancio. Tra le opzioni per il Dl anche scuola, reddito minimo e incapienti

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