Un piano Ue per tagliare gli ulivi
A rischio la moltiplicazione dei 25-30mila ettari realmente interessati dal batterio
di Xylella rischia di provocare in Puglia una vera e propria ecatombe degli ulivi. La denuncia arriva dalle istituzioni pugliesi e dai produttori olivicoli che nei giorni scorsi sono insorti contro l’ipotesi allo studio Ue di estirpazioni “a tappeto” per gli ulivi infetti. Fra le misure all’esame di Bruxelles, infatti, c’è quella di procedere all’espianto non solo delle piante colpite dal batterio ma anche di quelle nel raggio di cento metri dall’ulivo infetto. In questo modo si rischia di moltiplicare in modo esponenziale le superfici interessate che al momento – secondo gli agricoltori – riguardano in Salento circa 25–30mila ettari.
A dare l’allarme è stato il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, che ha parlato di alcune «criticità» della bozza di provvedimento all’esame del Comitato fitosanitario permanente Ue i prossimi 27 e 28 aprile. Secondo Vendola, i meccanismi proposti per guidare le eradicazioni rischiano di avere un impatto «drammatico» sull’agricoltura pugliese.
Tutti motivi che avevano spinto i produttori a invocare con forza un intervento di Bruxelles. Ma quanto è emerso dopo il primo incontro tra il Commissario straordinario alla Xylella, Giuseppe Silletti, e i rappresentanti della Dg Agri guidata dal polacco Jerzy Bogdan Plewa è tutt’altro che rassicurante. Innanzitutto perché la richiesta di Bruxelles di avere un identikit del fenomeno e una stima dei relativi danni è rimasta senza ri- sposta. E la Commissione Ue ha già chiarito – anche attraverso le parole di apertura nei confronti di possibili misure di sostegno Ue venute dal Commissario all’Agricoltura, Phil Hogan – che le risorse per intervenire ci sono ma senza una chiara fotografia dei danni non sarà possibile attivare alcuna misura.
I tecnici comunitari hanno individuato due strumenti per intervenire in soccorso di produttori e di vivaisti colpiti: attivare il Fondo straordinario per le emergenze (costituito con la nuova Pac) oppure rafforzare il budget già previsto a favore degli operatori olivicoli per investimenti su misure agroambientali. Interventi decisivi per evitare la propagazione del batterio e che potrebbero godere di una fiche finanziaria aggiuntiva limitata alle aree colpite dall'emergenza.
«La diffusione della Xylella in Europa ci preoccupa molto – spiegano dalla Commissione Ue – ma si devono evitare allarmismi eccessivi. Stiamo lavorando per conciliare le esigenze dei produttori italiani con le richieste di sicurezza degli altri Stati Ue. Siamo consapevoli della necessità di differenziare le misure nelle zone colpite con la possibilità di interventi più soft a Sud e più incisivi invece nel Nord del Salento, da dove il batterio si puó ulteriormente propagare. Allo stesso tempo capiamo che tagliare alberi con centinaia di anni d’età non sia compito facile ma siamo decisi a fare di tutto per evitare che la fitopatia si propaghi».
Fonti comunitarie rivelano che la Commissione sta lavorando a una proposta che prevede un allargamento della zona franca a 15-20 chilometri e a una revisione delle restrizioni alla commercializzazione. Il blocco potrebbe riguardare solo le piante provenienti dalle zone infette e non dall’intera Puglia con una deroga, forse, per quelle prodotte in serra e certificate. Ma le nuove misure, per diventare operative, dovranno raccogliere nel Comitato il sostengo della maggioranza qualificata degli Stati membri.
LE POSIZIONI Sulla Commissione il pressing degli Stati che temono il propagarsi della malattia anche ad altre piante