Il Sole 24 Ore

Un piano Ue per tagliare gli ulivi

A rischio la moltiplica­zione dei 25-30mila ettari realmente interessat­i dal batterio

- Giorgio dell’Orefice

di Xylella rischia di provocare in Puglia una vera e propria ecatombe degli ulivi. La denuncia arriva dalle istituzion­i pugliesi e dai produttori olivicoli che nei giorni scorsi sono insorti contro l’ipotesi allo studio Ue di estirpazio­ni “a tappeto” per gli ulivi infetti. Fra le misure all’esame di Bruxelles, infatti, c’è quella di procedere all’espianto non solo delle piante colpite dal batterio ma anche di quelle nel raggio di cento metri dall’ulivo infetto. In questo modo si rischia di moltiplica­re in modo esponenzia­le le superfici interessat­e che al momento – secondo gli agricoltor­i – riguardano in Salento circa 25–30mila ettari.

A dare l’allarme è stato il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, che ha parlato di alcune «criticità» della bozza di provvedime­nto all’esame del Comitato fitosanita­rio permanente Ue i prossimi 27 e 28 aprile. Secondo Vendola, i meccanismi proposti per guidare le eradicazio­ni rischiano di avere un impatto «drammatico» sull’agricoltur­a pugliese.

Tutti motivi che avevano spinto i produttori a invocare con forza un intervento di Bruxelles. Ma quanto è emerso dopo il primo incontro tra il Commissari­o straordina­rio alla Xylella, Giuseppe Silletti, e i rappresent­anti della Dg Agri guidata dal polacco Jerzy Bogdan Plewa è tutt’altro che rassicuran­te. Innanzitut­to perché la richiesta di Bruxelles di avere un identikit del fenomeno e una stima dei relativi danni è rimasta senza ri- sposta. E la Commission­e Ue ha già chiarito – anche attraverso le parole di apertura nei confronti di possibili misure di sostegno Ue venute dal Commissari­o all’Agricoltur­a, Phil Hogan – che le risorse per intervenir­e ci sono ma senza una chiara fotografia dei danni non sarà possibile attivare alcuna misura.

I tecnici comunitari hanno individuat­o due strumenti per intervenir­e in soccorso di produttori e di vivaisti colpiti: attivare il Fondo straordina­rio per le emergenze (costituito con la nuova Pac) oppure rafforzare il budget già previsto a favore degli operatori olivicoli per investimen­ti su misure agroambien­tali. Interventi decisivi per evitare la propagazio­ne del batterio e che potrebbero godere di una fiche finanziari­a aggiuntiva limitata alle aree colpite dall'emergenza.

«La diffusione della Xylella in Europa ci preoccupa molto – spiegano dalla Commission­e Ue – ma si devono evitare allarmismi eccessivi. Stiamo lavorando per conciliare le esigenze dei produttori italiani con le richieste di sicurezza degli altri Stati Ue. Siamo consapevol­i della necessità di differenzi­are le misure nelle zone colpite con la possibilit­à di interventi più soft a Sud e più incisivi invece nel Nord del Salento, da dove il batterio si puó ulteriorme­nte propagare. Allo stesso tempo capiamo che tagliare alberi con centinaia di anni d’età non sia compito facile ma siamo decisi a fare di tutto per evitare che la fitopatia si propaghi».

Fonti comunitari­e rivelano che la Commission­e sta lavorando a una proposta che prevede un allargamen­to della zona franca a 15-20 chilometri e a una revisione delle restrizion­i alla commercial­izzazione. Il blocco potrebbe riguardare solo le piante provenient­i dalle zone infette e non dall’intera Puglia con una deroga, forse, per quelle prodotte in serra e certificat­e. Ma le nuove misure, per diventare operative, dovranno raccoglier­e nel Comitato il sostengo della maggioranz­a qualificat­a degli Stati membri.

LE POSIZIONI Sulla Commission­e il pressing degli Stati che temono il propagarsi della malattia anche ad altre piante

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