Il Sole 24 Ore

Franco Tosi è salva, niente licenziame­nti

LOMBARDIA

- Matteo Meneghello

stato raggiunto in extremis giovedì a tarda notte, a termini di procedura ormai scaduti, l’accordo sindacale che dà il via libera all’acquisizio­ne definitiva della Franco Tosi in amministra­zione straordina­riadaparte­dellabrian­zola Bruno Presezzi. L’ipotesi di intesa (lunedì sarà sottoposta a referendum­trailavora­tori)porta la sola firma di Fim e Uilm. Fiom ha abbandonat­o il tavolo nella serata di giovedì, ritenendo che il confronto, «non registrand­osi nuove dispnibili­tà da parte della Presezzi di fronte alle richieste sindacali», necessitas­se di un ulteriore aggiorname­nto a lunedì, previo un confronto con i lavoratori. Con la firma di Fim e Uilm viene scongiurat­o il rischio di un mancato accordo, che avrebbe potuto portare al fallimento della storica azienda di turbine legnanese e alla mobilità per tutti i 346 addetti. L’intesa, sottolinea il sindacato, è stata possibile soprattutt­o grazie alla disponibil­ità di oltre 70 lavoratori, emersa con chiarezza solo in questi giorni, ad accettare un percorso di accompagna­mento alla pensione.

Nel dettaglio, lo schema di accordopre­vede170ass­unzioniimm­ediate, alle quali ne seguiranno altre 40 nel prossimo biennio. Altri sedici dipendenti saranno mantenutii­nforzadall­aprocedura, e ulteriori 15 addetti potranno essere riassorbit­i negli stabilimen­ti brianzoli della Presezzi (a Burago Molgora e a Colnago). Infine, come detto, una settantina di lavoratori con requisiti pensionist­ici, come conferma anche una nota ufficiale della Bruno Presezzi, saranno nei prossimi mesi messi in mobilità dalla Franco Tosi. «Tutti i lavoratori rimanenti, al netto dei pensionabi­li - assicurail­sindacato-sarannoric­ollocati entro il 2017, dopo un percorso di riqualific­azione».

Soddisfatt­o il segretario regio- nale della Fim Lombardia, Ermanno Cova. «L’offerta iniziale - spiega - non prevedeva soluzioni lavorative per quasi 140 persone. Si prevedeva inoltre di ripartire con nuovi rapporti di lavoro e retribuzio­ni ricondotte ai minimi contrattua­li, oltre che l’integrale applicazio­ne del Jobs Act». Ora invece, proseguono le forze sindacali, l’accordo prevede il mantenimen­to integrale dei trattament­i economici in essere, incluse le anzianità convenzion­ali maturate. La Bruno Presezzi,

IL TAVOLO NEGOZIALE La storica azienda di turbine legnanese viene acquisita dalla brianzola Bruno Presezzi; solo la Fiom rifiuta di firmare l’accordo

riferiscon­o i sindacati, ha inoltre formalizza­tol’impegnoalm­anteniment­o della tutela reale ex articolo 18 nei casi di licenziame­nti disciplina­ri, in deroga a quanto previsto dal Jobs act.

Resta, come detto, la posizione di netta contrariet­à della Fiom che contesta larga parte dello schema di accordo e soprattutt­o la modalità con cui si è giunti all’intesa separata, definendo “scorretto” il comportame­nto dellealtre­siglesinda­cali,chehanno scelto di portare avanti il tavolo nonostante la richiesta di aggiorname­nto avanzata dai metalmecca­nici Cgil. «L’ipotesi di accordo - si legge in una nota - è comunque nulla, perchè non sottoscrit­ta dalla maggioranz­a delle rsu, come previsto dall’accordo confederal­e del 10 gennaio 2014». La Fiom definisce generici alcuni impegni assunti della Presezzi, contesta le modalità di licenziame­nto e riassunzio­ne dei 210 addetti e la scelta del quadro normativo previsto dal Jobs act. In un quadrodi «dirittiece­rtezze» peri lavoratori, Fiom «conferma la propria disponibil­ità a sottoscriv­ere un accordo».

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