Il Sole 24 Ore

In Emilia Romagna l’hub europeo della ricerca

EMILIA ROMAGNA

- Natascia Ronchetti

Il modello è quello della rete ad alta tecnologia, con l’aggregazio­ne di centri di ricerca e atenei per la creazione di tecnopoli al servizio dello sviluppo delle imprese. L’ambizione è quella di intercetta­re una parte dei 315 miliardi previsti dal piano Ue per gli investimen­ti strategici e costruire così in Emilia Romagna un grande hub europeo della ricerca.

Un progetto già presentato a Bruxelles e per il quale il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore all’Università e alla ricerca, Patrizio Bianchi, cercano alleati in Europa. «Non partiamo certo da zero – dice Bianchi – visto che solo a Bologna abbiamo il Cineca, l’Infn, la rete Garr, il Cnr e l’Enea. Il programmaè­quellodico­llegarli creando uno snodo di tutti i grandi centri che fanno ricerca sui numeri: mettendo in fila tutte queste strutture abbiamo duemila persone che lavorano nel supercalco­lo».

Tra le piattaform­e a cui sta lavorando la Regione c’è anche quella dei biomateria­li, che avrebbe un perno nell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, «luogoincui–prosegueBi­anchi – da decenni si fanno protesi in materiali biocompati­bili». La messa in rete con le altre eccellenze della ricerca presenti in regione potrebbe far convergere sull’Emilia Romagna, secondo la Regione, i due terzi dell’industria del futuro nel settore dei biomateria­li. «Vogliamo continuare ad essere all’avanguardi­a per la ricerca e lo sviluppo – dice Bonaccini – giocando la carta dell’innovazion­eperattrar­reinvestim­enti. L’hub della ricerca è una sfida per l’intero Paese».

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