In Emilia Romagna l’hub europeo della ricerca
EMILIA ROMAGNA
Il modello è quello della rete ad alta tecnologia, con l’aggregazione di centri di ricerca e atenei per la creazione di tecnopoli al servizio dello sviluppo delle imprese. L’ambizione è quella di intercettare una parte dei 315 miliardi previsti dal piano Ue per gli investimenti strategici e costruire così in Emilia Romagna un grande hub europeo della ricerca.
Un progetto già presentato a Bruxelles e per il quale il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore all’Università e alla ricerca, Patrizio Bianchi, cercano alleati in Europa. «Non partiamo certo da zero – dice Bianchi – visto che solo a Bologna abbiamo il Cineca, l’Infn, la rete Garr, il Cnr e l’Enea. Il programmaèquellodicollegarli creando uno snodo di tutti i grandi centri che fanno ricerca sui numeri: mettendo in fila tutte queste strutture abbiamo duemila persone che lavorano nel supercalcolo».
Tra le piattaforme a cui sta lavorando la Regione c’è anche quella dei biomateriali, che avrebbe un perno nell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, «luogoincui–prosegueBianchi – da decenni si fanno protesi in materiali biocompatibili». La messa in rete con le altre eccellenze della ricerca presenti in regione potrebbe far convergere sull’Emilia Romagna, secondo la Regione, i due terzi dell’industria del futuro nel settore dei biomateriali. «Vogliamo continuare ad essere all’avanguardia per la ricerca e lo sviluppo – dice Bonaccini – giocando la carta dell’innovazioneperattrarreinvestimenti. L’hub della ricerca è una sfida per l’intero Paese».